La ricreazione è finita: cala il sipario sulla sceneggiata di Villa Pamphilj. Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte chiude gli Stati generali dell'economia. Dopo l'overdose di passerelle, buffet e selfie, il premier ritorna con i piedi sulla terra. Da oggi inizia una settimana di fuoco, quasi decisiva per il destino della maggioranza e del capo del governo. Un'agenda ricca di incontri e vertici che può segnare le sorti dell'esecutivo giallorosso. Si parte a metà settimana con il confronto tra premier e le opposizioni. Dai salotti di Villa Pamphilj, Conte ha chiesto al centrodestra di sedersi al tavolo per contribuire alla stesura del piano di rilancio con cui l'Italia chiederà all'Europa di spendere i 172 miliardi del Recovery fund. Il premier punta a blindare il Recovery plan italiano entro l'inizio di luglio. A metà settimana il capo del governo riceverà a Palazzo Chigi i leader del centrodestra, che dopo la freddezza iniziale hanno raccolto l'invito.
Silvio Berlusconi ha annunciato che già nella giornata di oggi Forza Italia presenterà le proposte per il rilancio dell'economia del Paese che poi saranno consegnate al premier. Il secondo appuntamento in agenda è un vertice di maggioranza (tra giovedì e venerdì): dopo la tregua per gli Stati generali, Pd e Italia viva vogliono far uscire allo scoperto Conte e gli alleati grillini. Sono tanti i dossier divisivi: Alitalia, Autostrade, decreti Sicurezza. Aleggia anche il caso Regeni. C'è poi il capitolo tasse su cui la maggioranza non è compatta. Prima di varare il pacchetto di misure del piano di rilancio, dem e renziani vogliono sciogliere i nodi politici. Fissare i paletti entro cui definire la fase due del governo Conte. La posta in gioco è altissima: 172 miliardi di euro. Da non sottovalutare la tentazione di un cambio Conte-Gualtieri a Palazzo Chigi: il ministro dell'Economia sta concentrando nelle proprie mani un potere enorme. Vedi la norma contenuta nel decreto legge 52 che assegna a Gualtieri ampia discrezionalità nella gestione delle risorse (80 miliardi) extra deficit.
Il vero banco di prova per Conte sarà il summit di maggioranza: c'è da sbrogliare la matassa Mes. Pd e Italia viva chiedono garanzie all'alleato M5S sul via libera del governo al fondo Salva-Stati. I 5s minacciano lo strappo. E con i numeri al Senato il pericolo è dietro l'angolo. Sul destino dell'esecutivo incombe anche la minaccia Di Battista: i senatori (un paio) vicini all'ex parlamentare grillino rischiano di essere determinanti per la maggioranza a Palazzo Madama. Altra mina sotto il governo è la modifica dei decreti Sicurezza: il ministro degli Esteri Luigi di Maio si è messo di traverso. Sul tavolo del premier approderanno altri dossier. Nella settimana calda di Conte è in agenda il via libera in Consiglio dei ministri al decreto Semplificazioni. Tra le proposte in discussione c'è la banca pubblica d'investimento. L'idea grillina non convince il Pd. Si cercherà un compresso. In settimana al Senato arriva in commissione Bilancio il decreto Rilancio. Il testo approderà in Aula a fine settimana.
Altro banco di prova di fuoco per l'avvocato del popolo, il cui destino appare sempre più incerto anche se lui minimizza: «Sono fiducioso» nella tenuta del governo, «torneremo ad aggiornarci con i ministri» e «trovo nel Pd, come nelle altre forze di maggioranza, una forza affidabile con un segretario che ha le idee chiare».
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