A Bari è guerra di bandiere per la tassa alla scuola inglese

Il municipio pretende 5mila euro da un istituto per aver affiancato l'Union Jack al Tricolore

A Bari è guerra di bandiere per la tassa alla scuola inglese

Bari - La guerra delle bandiere è già scoppiata, ma la patria non c'entra. C'entrano piuttosto la (presunta) pubblicità e soprattutto la tassa da versare. Questo è quanto accade a Bari dove il Comune, a caccia di eventuali irregolarità nel pagamento della somma dovuta per l'occupazione delle aree pubbliche, ha scoperto dopo qualche decennio che nella centralissima via Sparano, il cosiddetto salotto buono della città, sventola l'Union Jack.

Tanto osarono, infatti, i titolari del Lord Byron College, prestigiosa scuola d'inglese dove si svolgono esami con certificazioni Toefl e Cambridge, istituto che attua programmi linguistici Pon/Por e promuove, per conto del Miur, pacchetti formativi anche per strutture pubbliche.

Lo scontro per la bandiera risale a qualche tempo fa, ma il caso è ancora aperto. Tutto è cominciato nel corso di un normale pattugliamento della polizia municipale. Il vessillo britannico della scuola sventolava (e fino a nuovo ordine sventola ancora) accanto a quello italiano, e la cosa ha insospettito i vigili urbani. I quali, dopo un rapido controllo effettuato spulciando il regolamento comunale a proposito di pubblicità e affissioni, hanno rotto gli indugi. Risultato: è scattato il verbale, una sanzione di 413 euro per il mancato pagamento della Tosap.

Insomma, tolleranza zero e linea dura. Tanto più che è stata anche ventilata la possibilità che il vessillo possa essere rimosso. Ma gli inglesi alla bandiera ci tengono e non vogliono certo saperne di issare quella bianca arrendendosi alle contestazioni del Comune. E così gli amministratori hanno deciso di pagare, ma non per questo hanno rinunciato a sostenere le proprie ragioni.

I direttori della scuola, gli avvocati Andrew Paolillo e John Credico, hanno infatti presentato sentenze della Cassazione e risoluzioni ministeriali ben precise che sembrano non lasciare alcun dubbio e dimostrano come la semplice esposizione della bandiera all'esterno di un edificio non sia soggetta all'imposta. Del resto sul vessillo non c'è alcuna scritta pubblicitaria, ci mancherebbe.

Dalla Lord Byron è quindi partita una lettera al prefetto di Bari, Antonio Nunziante, nel tentativo di venire a capo della questione: nella comunicazione vengono messi in evidenza i principi liberali e democratici che ispirano le norme sui rapporti tra Miur e attuatori del programmi Pon, e si ricorda inoltre il caso di albergatore lombardo che, dopo aver pagato la tassa per l'esposizione del tricolore, è stato risarcito. Ma per il momento non è servito a nulla.

E se il college non intende ammainare il vessillo, il Comune risponde con altre carte

bollate: come l'intimazione a pagare 1.136 euro di sanzione per il ritardo (di un giorno) della tassa versate e altre 3.717, 65 euro per il 2014. E così, nella guerra per le bandiere, l'armistizio pare sempre più lontano.

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