Tullio Ferrante, 33 anni, deputato, avvocato e senior associate di Tonucci&Partners, è uno dei volti nuovi del Parlamento ed è appena stato nominato sottosegretario alle Infrastrutture.
Onorevole Ferrante, cosa significa per lei questa nomina alle Infrastrutture e come è nata?
«Il Presidente Silvio Berlusconi, con la generosità di sempre, ha deciso di dare un grande riconoscimento al successo del nostro partito in Campania dove alle elezioni ha raggiunto una delle percentuali più alte in Italia. È l'ennesima testimonianza della capacità e della lungimiranza del nostro leader nel puntare al rinnovamento, investendo - anche per posizioni apicali all'interno dell'esecutivo - su giovani appassionati ed espressione del mondo delle professioni e dell'impresa».
Lei ha iniziato a frequentare la politica giovanissimo come stagista al ministero della Gioventù con Giorgia Meloni. È da sempre un militante di Forza Italia e ora avrà un incarico istituzionale accanto a Matteo Salvini. Ha fiducia nella capacità del centrodestra di far prevalere le ragioni della coalizione?
«Come ho più volte ricordato, mi sono avvicinato alla politica da adolescente, affascinato dalla rivoluzione liberale propugnata da Silvio Berlusconi. Mentre i compagni di classe si dilettavano con il fantacalcio, io approfondivo la riforma costituzionale della giustizia del governo Berlusconi. Poi durante gli anni dell'università ho avuto la possibilità di seguire uno stage presso la segreteria particolare del Ministero della Gioventù presieduto dall'allora ministro Meloni. È stata un'occasione senz'altro importante che mi ha dato la possibilità di interfacciarmi con rappresentanti delle istituzioni e di conoscere la macchina governativa dall'interno. Sono certo che con il ministro Salvini e con i suoi vice rappresenteremo una squadra coesa e determinata a rilanciare lo sviluppo e la crescita infrastrutturale del nostro Paese. D'altronde il mandato degli elettori è stato chiaro. Ci chiedono di essere uniti e si aspettano risposte concrete, non sterili polemiche».
Di quali materie vorrebbe occuparsi alle Infrastrutture e quale rapporto intende instaurare con il ministro Salvini?
«Il ministero delle Infrastrutture e delle mobilità sostenibili è il centro nevralgico dello sviluppo del nostro Paese. Attraverso questo dicastero passano le decisioni che incideranno sull'apparato infrastrutturale e logistico della nostra nazione per i prossimi decenni; apparato che, come noto, necessita di un decisivo ammodernamento ed efficientamento. Vengo da una regione dove l'alta velocità arriva sino a Napoli e Salerno, dove alcune aree interne sono addirittura prive di collegamenti. Una situazione che non è degna di una potenza industriale, membro del G7».
Il Pnrr rappresenta una occasione anche per il Sud. Lavorerà anche in questa direzione?
«L'impegno del governo e del ministero in cui lavorerò sarà focalizzato principalmente sulla messa a terra dei progetti già previsti nel Pnrr. Naturalmente, se vorremo rispettare tempi e programmi di attuazione del piano, ritengo che lo stesso debba essere attualizzato e adattato a quelle che sono le conseguenze economiche della guerra in Ucraina, tenendo conto in primis dell'elevato aumento del costo delle materie prime».
Il centrodestra è favorevole alla realizzazione dell'alta velocità Torino-Lione e alle grandi opere. Ci sono le condizioni per una stagione di rilancio delle infrastrutture? Quale atteggiamento tenere di fronte alle polemiche da parte degli ambientalisti?
«Il tempo dell'ambientalismo ideologico e paralizzante, che tanti danni ha prodotto al nostro Paese - basti pensare alla esigua quantità di gas nazionale estratto che ci rende dipendenti dall'estero - è terminato. È invece tempo di puntare su una nuova Legge Obiettivo di ispirazione berlusconiana, che semplifichi e velocizzi le procedure burocratiche, che investa non solo sulle essenziali grandi opere ma anche sull'ammodernamento e sul decoro urbano, compresa l'edilizia pubblica spesso fatiscente, sempre seguendo una politica rispettosa dell'ambiente. Serve altresì ampliare la rete ferroviaria verso tutte le aree interne e creare adeguati ed efficienti collegamenti tra la sponda tirrenica e quella adriatica della nostra penisola.
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