"Nulla sarà più come prima". Ecco cosa succederà con Draghi

Draghi scioglierà a breve la riserva. Per capire cosa dobbiamo aspettarci dal nuovo esecutivo abbiamo interpellato i sondaggisti Buttaroni e Mannheimer

"Nulla sarà più come prima". Ecco cosa succederà con Draghi

Il governo di Mario Draghi, fortemente voluto dal presidente Sergio Mattarella, sembra in procinto di nascere. Il presidente incaricato scioglierà a breve la riserva. Per capire cosa dovremmo aspettarci dall'esecutivo guidato dall'ex governatore della Bce abbiamo interpellato i sondaggisti Carlo Buttaroni e Renato Mannheimer.

Secondo lei che presidente sarà Draghi?

Buttaroni: “Il presidente Draghi ha una competenza indiscutibile, ma dovrà muoversi all'interno di un perimetro stretto determinato dalla crisi economica e dalle infrastrutture economiche e sociali dell'Italia che devono essere assolutamente riformate. È un treno che viaggia su un solo binario, non è così libero di muoversi come tutti vorremmo. Draghi ha pochi spazi di manovra. Dopo di che lui quegli spazi li sa fare benissimo”.

Mannheimer: “Sarà un presidente di svolta che, oltre alle politiche legate all'economia e alla sanità, imprimerà anche un mutamento nell'offerta politica e nel sistema dei partiti. Cambieranno molte cose, nulla sarà più come prima”.

Draghi riuscirà a tenere insieme una maggioranza così eterogenea?

Buttaroni: “Non dipende da Draghi, ma dai partiti. È sicuramente molto abile nelle relazione e nelle sue materie, quelle economiche. Il premier incaricato è una persona che conosce l'alfabeto istituzionale e politico. Ma la parte politica non è abile come Draghi per cui certe raffinatezze, che probabilmente appartengono più al '900, potrebbero essere un ostacolo tra il presidente incaricato e i partiti. D'altra parte, se noi ci troviamo dentro una crisi politica questo dipende anche dalla qualità della politica e non solo da chi governa meglio o peggio. È una crisi della politica che non sempre è sembrata all'altezza delle sfide che aveva davanti”.

Mannheimer: “Nessuno conosce il futuro, ma come osservatore posso dire che mi sembra che abbia tutte le possibilità di riuscire perché Draghi è abituato a tenere insieme tante altre cose. Ricordo che la Bce non era un contesto unitario in cui tutti erano d'accordo. Credo che il punto di vista da cui agirà, sotto il diretto influsso del presidente della Repubblica, gli permetterà di avere un'autorevolezza tale da riuscirci. Staremo a vedere”.

Il nuovo esecutivo quali ripercussioni potrà avere sui partiti come PD e M5S?

Buttaroni: “Avrà ripercussioni profonde su tutto l'equilibrio politico. Basti pensare che il centrodestra in questa circostanza si è diviso. Ma ancora più profonde possono essere i sommovimenti che potrebbero colpire il Pd e il M5S. Il Pd, in questo momento, non sembra esprimere una coalizione politica in grado di presentarsi di fronte agli elettori e proporsi come guida per il Paese. Sembra essere sempre in un congresso permanente e le sue tensioni interne paralizzano l'azione delle leadership. I Cinquestelle, invece, hanno una crisi d'identità che Draghi accelera. Devono trovare la loro collocazione politica e devono esprimere una leadership forte in grado di governare i processi politici interni. Draghi è un'acceleratore delle crisi che i partiti vivono al loro interno”.

Mannheimer: “Avrà enormi ripercussioni non solo sui partiti, ma anche sull'opinione stessa degli italiani sui partiti. Ci saranno dei notevoli spostamenti da un partito all'altro e questo comporterà delle implicazioni anche per i partiti stessi. È evidente che sia il Pd sia il M5S siano in un momento di grave crisi interna e avranno molto presto un rendiconto al loro interno, forse anche durante il governo Draghi. Le implicazioni di questo processo che ci saranno a breve saranno sicuramente molto importanti, ma è impossibile prevederle perché sia il Pd sia il M5S sono troppo divisi al loro interno. Nel Pd già si parla di un congresso”.

Quanto potrà durare?

Buttaroni: “Se Draghi farà bene potrà durare anche tutta la legislatura, mentre se, per colpa della congiuntura, non dovesse portare i risultati sperati e se l'empatia con l'opinione pubblica dovesse scemare, si potrebbe tornare al voto dopo l'elezione del Capo dello Stato. Questo bivio sarà deciso nei prossimi sei mesi”.

Mannheimer: “Dopo una vita che non ne azzecco mai una, credo che durerà fino all'elezione del presidente della Repubblica”.

Gli italiani apprezzano la scelta di Mattarella e cosa si aspettano dal nuovo governo?

Buttaroni: “Draghi ha dei giudizi molto alti da parte dell'opinione pubblica. Solo il 25% degli italiani avrebbero preferito il voto. Il problema è se le aspettative che gli italiani hanno nei confronti di Draghi avranno una risposta favorevole oppure no. Draghi avrebbe avuto bisogno di più tempo per affrontare le varie crisi: economiche, sanitarie e di lavoro. Se il sistema saprà cogliere gli indirizzi e le azioni che metterà in campo Draghi, allora le attese saranno soddisfatte. Altrimenti ci troveremo di fronte a quel bivio di cui parlavo prima”.

Mannheimer: “Gli italiani, per il 60- 70%, approvano la scelta di Mattarella e si aspettano un rinnovamento.

In questi tempi hanno visto tante chiacchiere che gli sono piaciute anche perché Conte ha ancora una grande popolarità, ma vorrebbero più concretezza. Draghi, ovviamente non potrà risolvere tutto, ma gli italiani si aspettano dei passi concreti per la soluzione dei loro problemi”.

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