New York. Gli Usa stanno fornendo all'Ucraina miliardi di dollari di artiglieria pesante, droni e missili anticarro, e l'amministrazione di Joe Biden non lesina dettagli nella descrizione degli equipaggiamenti militari inviati a Kiev. Decisamente più cauta, invece, è quando si parla del contributo su un altro fronte, quello dell'intelligence. Molte informazioni rischiano di far irritare o provocare Mosca, e proprio per evitare una ulteriore escalation della tensione fra le due potenze nucleari - secondo quanto riferito da funzionari Usa al Washington Post - è stata elaborata una guida sulla condivisione che deve rispettare due divieti. Il primo è non fornire notizie dettagliate che aiuterebbero Kiev a uccidere figure della leadership russa, come il capo di stato maggiore Valery Gerasimov o il ministro della Difesa Sergei Shoigu. Il secondo, invece, è il divieto di fornire informazioni di intelligence che potrebbero aiutare l'Ucraina ad attaccare target russi fuori dai suoi confini, e questa regola ha lo scopo in parte di impedire agli Stati Uniti di diventare parte delle offensive che Kiev potrebbe lanciare all'interno della Russia.
Tali preoccupazioni hanno portato l'amministrazione a interrompere il piano per inviare aerei da combattimento, forniti dalla Polonia, che l'Ucraina avrebbe potuto utilizzare per lanciare attacchi sul suolo russo. Gli Usa hanno poi la regola che prevede di non fornire «informazioni mirate»: ossia non comunicare alle forze ucraine che un particolare generale russo è stato avvistato in un luogo specifico, ma condividere informazioni sull'ubicazione, per esempio, di strutture di comando e controllo (dove comunque spesso si trovano alti ufficiali russi). Differenza, spiega il Wp, che gli esperti legali ritengono significativa che dal punto di vista giuridico e politico. «Se gli Usa fornissero informazioni mirate ad una parte straniera e fossero quindi strettamente coinvolti nelle decisioni, vorrebbe dire che stanno dirigendo quelle forze», ha spiegato Scott R. Anderson, ex funzionario del Dipartimento di Stato che ha prestato servizio come consulente legale dell'Ambasciata americana a Baghdad. «Questo potrebbe essere visto come un avvicinamento alla linea di un effettivo attacco alla Russia - ha aggiunto - e a quel punto la Russia potrebbe probabilmente rispondere reciprocamente».
Intanto la Camera Usa ha approvato quattro provvedimenti contro la Russia e la Bielorussia: il primo punta ad escludere funzionari di Mosca dalla partecipazione a incontri del G20, del comitato di Basilea per gli standard bancari e dal Financial stability board. Il secondo chiede la sospensione dei pagamenti multilaterali dovuti da Kiev, mentre il terzo chiarisce che le controllate estere di istituzioni americane devono rispettare le sanzioni imposte dall'amministrazione Biden a Russia e Bielorussia. E l'ultimo vieta al Tesoro di prendere parte a transazioni che riguardano lo scambio di Special drawing rights, i diritti speciali di prelievo che sono la valuta del Fmi, controllati da Mosca o Minsk.
Da Londra, intanto, il premier britannico Boris Johnson avverte che «nessuna normalizzazione con Vladimir Putin» è possibile dopo l'invasione dell'Ucraina. «Per quanto mi sforzi non vedo come sia possibile - ha spiegato -.
Ha violato brutalmente i diritti umani, la legge internazionale, è colpevole dell'assalto barbaro a un Paese del tutto innocente, normalizzare le relazioni sarebbe ripetere l'errore del 2014» dopo l'annessione della Crimea.
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