Joe Biden cerca di ripulire la strada che lo porterà alla Casa Bianca, affrontando anche gli imbarazzi di suo figlio Hunter, 53 anni, secondogenito del capo della Casa Bianca. Ieri il presidente ha riconosciuto pubblicamente per la prima volta la sua settima nipote, una bambina di quattro anni che lo stesso Hunter ha riconosciuto soltanto di recente. «Questa non è una questione politica, è una questione di famiglia», ha detto il presidente in una dichiarazione alla rivista People a proposito di Navy Joan Roberts, cercando in qualche modo di separare il piano pubblico da quello privato. «Nostro figlio Hunter e la madre di Navy, Lunden, stanno lavorando per instaurare una relazione nel migliore interesse della figlia, preservando la sua privacy il più possibile». Biden ha detto che lui e sua moglie Jill «vogliono solo ciò che è meglio per tutti i nostri nipoti, inclusa Navy».
L'intervento del capo della Casa Bianca arriva dopo che il presidente è stato duramente criticato dai repubblicani, secondo i quali la mancata accettazione della piccola nella famiglia è in contrasto con la sua immagine pubblica. La paternità di Hunter è stata confermata attraverso un test del Dna. Il primogenito del presidente ha altri quattro figli Naomi, 29 anni; Finnegan, 23; e Maisy, 22 anni, frutto del suo matrimonio con l'ex moglie Kathleen Buhle, e un altro figlio, Beau Jr, che ne ha soli tre, con la sua attuale compagna, l'attivista ambientale sudafricana, Melissa Cohen. Il presidente ha altri due nipoti, Natalie, 18 anni, e Robert Hunter Biden II, 17 anni, il secondogenito dal figlio Beau, morto nel 2015, stroncato da un tumore, e della sua compagna, Hallie. Joe Biden ha un rapporto strettissimo con i nipoti tanto che la maggiore di loro, Naomi, si è sposata alla Casa Bianca nel novembre 2022. E fino a qualche mese fa non aveva fatto accenno alla piccola, che invece pare parli spesso del nonno, pur non avendolo mai incontrato, almeno fino al primo luglio
«Ho sei nipoti», aveva detto il presidente a un evento della Casa Bianca ad aprile, «sono pazzo di loro e parlo con loro ogni singolo giorno». Due giorni fa, il governatore della Florida, Ron DeSantis, che tra l'altro è candidato alla nomination repubblicana, ha pubblicamente messo all'indice il fatto che Biden «non parli della nipote in Arkansas e nemmeno ammetta che esiste». I media vicini ai repubblicani sono arrivati a dare dell'«ipocrita» al presidente e anche la stampa più progressista ha sottolineato come il presidente non avesse mai parlato della piccola. Fatto sta che Lunden e Hunter si sono affrontati in tribunale sulla paternità di Navy; e nel 2019 un giudice ha stabilito, nonostante Hunter lo negasse, che la piccola fosse sua, circostanza infine avvalorata da un test del Dna. Hunter in un primo momento aveva persino smentito di aver mai conosciuto Lunden, una ex spogliarellista. Ma lei ha ingaggiato una battaglia anche per dare il nome dei Biden alla piccola, quel nome che - dice- «ora è sinonimo di essere ben istruito, di successo, finanziariamente dotato e politicamente potente».
Alla fine, nel gennaio 2020, Hunter Biden ha accettato di pagare il mantenimento alla donna e di farlo retroattivamente fino al novembre 2018, ma il caso non è stato risolto se non nelle scorse settimane, poiché Lunden aveva accusato il suo ex partner di ignorare gli ordini del tribunale e solo il mese scorso i due hanno raggiunto un accordo, con il pagamento di un importo alla donna la cui cifra non è stata resa pubblico.
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