Se si trattasse di una scalata finanziaria, si potrebbe parlare di un'Opa ostile. Il confronto tra i sei principali leader politici (Giuseppe Conte era collegato in videoconferenza) ieri al Forum Ambrosetti di Cernobbio ha di fatto scoperto le carte di Carlo Calenda, leader del Terzo Polo (il cartello tra la sua Azione e Italia viva di Renzi). L'ex ministro dello Sviluppo, infatti, punta ad annientare Forza Italia, a conquistarne i voti e a spostare il baricentro del prossimo Parlamento verso un governo Draghi-bis con o senza l'attuale premier. Ma proprio il coordinatore azzurro Antonio Tajani ha svelato il bluff.
Prima di tutto, però, la cronaca. Gli interventi dei leader si sono svolti in ordine alfabetico. E il primo a parlare è stato Calenda. Il suo intervento è stato il più apprezzato dalla platea di imprenditori e banchieri proprio perché si è proposto come il continuatore dell'attuale esecutivo. Il suo mantra, infatti, è stato molto gradito dall'uditorio. «Mario Draghi è alla guida del Paese mentre noi giochiamo a racchettoni in campagna elettorale. Io penso che dovremmo tenere lui, l'italiano più illustre del mondo, a gestire il momento più difficile che c'è. Se poi non vorrà - e fossi in lui sarei su una navetta per Marte - non si può comunque perdere il modo con cui si è lavorato», ha detto.
Ecco il leader di Azione si è presentato come l'alter ego di Super Mario e questo gli ha attirato le simpatie dei partecipanti. Le sue ricette sono note. «C'è da implementare l'85% del Pnrr, non possiamo ricominciare tutto», ha rimarcato criticando l'atteggiamento di Fdi. «Non si può pensare di dire no al gas, no al nucleare, no a tutto», ha proseguito.
Insomma, fin qui tutto normale. Il programma calendian-renziano è abbastanza noto. Ma il progetto politico è differente e si basa su quello che in finanza si chiama worst case scenario, cioè l'ipotesi macroeconomica peggiore. «La Bce non ci garantirà più gratis. Sono due gli tsunami che si configurano: l'energia e i tassi», ha ribadito sottolineando come il prossimo esecutivo non possa fare a meno di seguire le regole europee altrimenti l'Eurotower non verrà più in soccorso dei nostri Btp. Il suo modello post 25 settembre è il «fronte repubblicano che metta insieme liberali e popolari, che sono le due famiglie europee che hanno la mancanza di un partito che le rappresenti in modo specifico».
In realtà, il partito ad hoc ci sarebbe ed è Forza Italia, di ispirazione liberale ma componente del Ppe. Ed è per questo che nel dibattito gli strali di Calenda si sono indirizzati verso il coordinatore azzurro Antonio Tajani. «Avete fatto cadere Draghi», lo ha apostrofato l'ex ministro. Tajani si è schermito ricordando che fu il Pd a opporsi allo sbarco dei Cinque stelle dal governo impedendone la prosecuzione. Ma Calenda ha insistito e l'europarlamentare, fortemente irritato, gli ha replicato: «Sei un falso, hai cambiato dieci partiti».
Si comprende bene che per il numero uno di Azione le prossime elezioni sono una scommessa win-win. Se dovesse sorpassare Fi, conta di attrarne i moderati puntando alla riproposizione dell'agenda Draghi. Se dovesse essere sconfitto, è la sua idea, il centrodestra non durerà. Investita dallo tsunami dello spread e dell'inflazione, l'Italia dovrà richiamare il suo Cincinnato-Draghi. In quel caso, Carlo Calenda sarebbe il kingmaker del «fronte repubblicano», attirando soprattutto gli eventuali delusi di Forza Italia.
Ma Tajani, che ha chiuso il dibattito, ha chiuso le porte alle alchimie terzopoliste. Dopo aver ribadito i capisaldi azzurri: sì alle infrastrutture, no al rialzo dei tassi Bce, sì a una politica industriale che tuteli le imprese italiane, ha negato l'ipotesi di una «maggioranza Ursula» svelando il bluff.
«In Europa - ha ricordato - lo abbiamo fatto per il impedire che il partito socialista ce ha perso le elezioni avesse il presidente della Commissione, ma in Italia sarebbe un modo per far governare la sinistra, noi non lasceremo soli gli elettori di centrodestra», ha detto. L'agenda Draghi di Calenda, pertanto, è solo un contraltare delle vecchie transumanze parlamentari.
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