A gennaio saranno 20 anni dalla morte di Bettino Craxi, il Segretario del Partito socialista italiano per oltre 15 anni ed ex presidente del Consiglio. E il figlio Bobo ha deciso di raccontare, in un'intervista al Corriere della Sera, i momenti passati affianco al padre, le frizioni tra i due e il desiderio di riabilitazione dopo la morte.
"Come cammina, come parla, sembra proprio lui", racconta Bobo, dopo aver visto l'interpretazione del padre fatta da Pierfrancesco Favino, protagonista del film Hammamet, che a breve uscirà nelle sale. Il film racconta "la grande metafora del potere che finisce nella polvere, il dramma di un uomo sconfitto e in cattività. La storia di mio padre non si può assorbire in due ore di cinema, ma la sceneggiatura tocca il cuore. Anche se non combacia con la realtà".
La villa di Hammamet, in Tunisia, prima meta estiva della famiglia e poi diventato il rifugio di Craxi è sempre stata avvolta da un alone leggendario, che la descriveva come una villa sontuosa, con pavimenti di marmo e lastricati: "Diventò un luogo comune. La sentina di tutti i mali. E si passò direttamente al dileggio. Puoi farci poco. Col senno di poi, da Parmalat a Montepaschi, i politici ne han combinate talmente di peggio che è stata riabilitata anche questa casa: di fascino, ma sfarzosa proprio no", precisa Bobo craxi. In quella villa, il leader socialista passo l'ultimo periodo della sua vita e lì morì, rimanendo sepolto nel cimitero tunisino.
Per tre, anni, anche Bobo rimase col padre: "Per me e Scilla, mia moglie, stare tre anni consecutivi in esilio non fu proprio toccare il cielo con un dito. Fu una grandissima sofferenza. D’altronde, non potevo andare da nessuna parte. A un certo punto, lui sceglie la Tunisia e mi dice: vieni con me, che cavolo fai a Milano?". Nella villa di Hammamet, Craxi rimase "in esilio", perché "non si trattava più di sottrarsi alla giustizia. Era il rifiuto d’una logica politica che voleva punire solo lui".
Ed è proprio in quella villa, che padre e figlio hanno vissuto più tempo insieme: "Di lui a Milano ricordo poco", afferma Bobo, che racconta anche che tipo di padre era Bettino Craxi. "È stato un padre da bicchiere mezzo pieno e mezzo vuoto- dice- prima veniva la politica, poi il partito, poi il Paese, poi gli amici e, solo a un certo punto, arrivavamo anche noi. Non fosse stato così, oggi non avrei difficoltà di tutti i generi. Lui ebbe amici o ex collaboratori che hanno vissuto come maragià. Io mi son trovato sul lastrico economico". Nessuna traccia, quindi, del famoso tesoro: "Dopo Tangentopoli, ho vissuto i peggiori anni della mia vita. Se sei un politico, nessuno t’assume. Non sono stato più rieletto e sono ancora percepito come uomo della Casta, senza esserlo: non ho uno stipendio pubblico da dieci anni, né vitalizi. La mia casa a Roma è finita all'asta. Dov’è questo tesoro?". Gli anni in Tunisia, però, consentirono a Craxi di riscoprire "la famiglia, la solidarietà, l’amicizia".
Per un certo periodo, ha sperato di tornare in Italia "da uomo libero" e, nel 1999, andò vicino ad ottenere la grazia: "Andreotti andò da Ciampi, lo trovò disponibile: mio padre era l’unico leader ancora impigliato nella giustizia. Ma chi s'oppose a farlo morire in Italia, fu Borrelli. Per questo dicemmo di no, quando ci offrirono i funerali di Stato. Non è un grande Paese, quello che preferisce la forca".
Bobo consiera la morte del padre come un atto violento: "Con violenza, noi fummo spazzati via tutti. Non è che ci fu una sconfitta elettorale. Fu un golpe. Non posso non ricordare i magistrati aguzzini che pressavano i capi d’accusa per prolungare le detenzioni. Io la considero una vera guerra civile, in cui siamo morti tutti. Non scomparve solo mio papà: crollò una Repubblica, le vite di milioni di persone furono squassate".
E delle sue idee politiche, Craxi figlio specifica: "Era eurocritico, non antieuropeo. Tutelava gli interessi nazionali, non era sovranista. Sapeva che le frontiere sono le ferite cucite sulla pelle della Terra". Conclude parlando dei politici attuali: "Apprezzo che Giorgetti riscopra Craxi, che Giuseppe Conte vi si paragoni. Berlusconi, da premier, andò sulla sua tomba di notte.
Ma quando sento che Salvini forse sarà ad Hammamet, mi sembra inopportuno: questi sovranisti di oggi, sono gli stessi che ieri esibivano il cappio in Parlamento. Quanto alla sinistra ex comunista, non vuole proprio fare i conti con lui".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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