Senatore Matteo Salvini, lei ha detto che sarebbe disposto ad approvare il ddl Zan a condizione che si cancellino i reati di opinione e le teorie gender nelle scuole. Pensa che il Pd sia disponibile a farlo?
«Lo spero ma non mi pare. Ho pubblicamente invitato Letta al dialogo - anche per accogliere le riflessioni fatte pure dalla Santa Sede - ma il Pd non ha neanche risposto. La notizia positiva è che Italia Viva ha invece avanzato delle proposte interessanti per cambiare la legge. Noi tutti vogliamo punire i delinquenti che odiano e aggrediscono due ragazzi o due ragazze che si baciano o si amano, ma lasciamo fuori dalla contesa i bambini sui banchi di scuola, ed evitiamo censure e bavagli».
Dicono che lei, anche sul tema gay, si ispiri ad Orban che è considerato omofobo, razzista e fascista.
«Il Pd attacca il Vaticano perché esprime delle preoccupazioni sul ddl Zan, ma poi insulta e censura governi europei democraticamente eletti. È il solito doppiopesismo di una sinistra faziosa e illiberale».
Non c'è una contraddizione nello stare in Europa con la Le Pen, Orban e poi sostenere il governo Draghi, come la accusa il segretario del Pd Enrico Letta?
«No, la stella polare - a Roma come a Bruxelles - è la difesa dell'Italia. E Draghi lo sta facendo. Non solo sollevando il tema dell'immigrazione, ma anche rifiutando alcune soluzioni non convenienti per l'Italia (penso al Mes) e criticando apertamente Bruxelles per esempio sui ritardi nei vaccini. Qualcuno a sinistra vorrebbe il ritorno ai tagli e all'austerità già dall'anno prossimo, la Lega e Draghi non lo permetteranno. Letta è ossessionato da me e dalla Lega, passa le sue giornate a disfare, polemizzare, provocare. Cosi fa il male del governo e quindi del Paese. Invece di inventarsi tasse, sulle case o sui risparmi, invece di volere lo Ius Soli o di zittire persino il Papa, sarebbe utile che il segretario del PD ci aiutasse a tagliare tasse e burocrazia».
Lei è un promotore dei referendum per riformare la giustizia. Perché è importante firmare?
«Cinque milioni i di processi in sospeso, 1.000 arresti ingiusti ogni anno, promozioni e assunzioni in base a correnti e amicizie, innocenti in galera e spacciatori a spasso. Vi pare abbastanza per firmare? Chi firmerà vuole certezza della pena e processi veloci, vuole una magistratura davvero libera e la separazione delle carriere: i referendum sono un aiuto al parlamento che su questi argomenti è troppo timoroso».
Si è sentito oggetto di attenzioni speciali da parte di alcune procure negli ultimi anni?
«Giudicate voi... Alcune indagini, a partire dal presunto sequestro di persona per aver combattuto gli scafisti e costretto l'Europa a farsi carico anche lei dei clandestini che sbarcavano, si commentano da sole. Rischio fino a 15 anni di carcere, le pare normale? Attendo che altre inchieste, quelle ad esempio che cercano da anni soldi della Lega in Russia o in Lussemburgo che non sono mai esistiti, finiscano presto. Qualcuno chiederà scusa? Uno dei referendum prevede la responsabilità diretta dei magistrati che sbagliano: come tutti gli altri lavoratori, anche loro se sbagliano devono pagare».
Che opinione ha dell'operato del grillino Alfonso Bonafede come ministro della Giustizia, anche alla luce delle gravi violenze emerse nel carcere di Santa Maria Capua Vetere?
«Ci aveva raccontato che era tutto sotto controllo, ed evidentemente non era così. Ora il Pd fa finta di niente, ma era al governo con i 5Stelle durante le rivolte. È indecente accusare tutti i 40.000 agenti della polizia penitenziaria per l'errore di pochi. La violenza non è mai giustificabile, mai! La Lega sta lavorando per assumere più poliziotti e per fornire loro strumenti, divise e dotazioni migliori e più moderne».
Capitolo amministrative, ci sono novità sui candidati? A Milano avete trovato un nome? Non manca molto al voto.
«Si voterà dopo l'estate, stiamo lavorando non solo ai candidati sindaci ma a vere e proprie squadre per governare le città dopo la cattiva amministrazione di sinistra e grillini. A Milano come a Roma, a Napoli come a Torino, vogliamo mandare a casa una sinistra divisa e incapace. A breve scioglieremo tutti i nodi, anticipo che mi piacerebbe coinvolgere l'ex sindaco di New York Rudolph Giuliani come consulente per la sicurezza e il decoro urbano in diverse città. Il suo modello di tolleranza zero sarebbe efficacissimo».
Lei ha detto sì a una federazione di centrodestra, ma no ad un partito unico. Come la intende questa federazione di centrodestra? Un'alleanza elettorale o qualcosa di più?
«No, niente giochini elettorali ma un'intesa sui valori e sui progetti. È un nuovo metodo di lavoro per rendere ancora più compatti e incisivi i gruppi di centrodestra che sostengono Draghi. Dopo il Covid, i cittadini si aspettano dalla politica ancora più concretezza e velocità. Una posizione unica, in Parlamento e fuori, sul taglio delle tasse, sulla riforma della burocrazia, sulla nuova giustizia e sulla riforma delle pensioni: un sostegno convinto a Draghi e a governo, mentre i grillini sono ormai allo sfacelo e il PD pensa solo a nuove tasse e a lottizzare Rai, consigli di amministrazione e aziende di Stato. Grazie anche ai lettori del Giornale per la fiducia che hanno riposto in Lega e Forza Italia: siamo entrati al governo per portare dei risultati e ora si vedono i frutti. Taglio dell'Irap, no a nuove tasse, fisco completamente diverso e rinvio di milioni di cartelle esattoriali. Se fossimo rimasti all'opposizione, tutto questo non sarebbe stato possibile».
In passato la Lega ha coltivato i rapporti con la Russia, ieri invece al Financial Times ha detto di essere un «assoluto tifoso dell'alleanza atlantica, il futuro è nell'occidente». La Lega è di nuovo atlantista e filo Usa?
«Io lavoro per difendere l'interesse nazionale italiano, sempre e ovunque. La Lega starà sempre dalla parte della democrazia e della libertà, e infatti ho sempre apprezzato gli Stati Uniti anche durante la presidenza di Trump, mentre a sinistra si sono riscoperti americani solo dopo la vittoria di Biden. La Lega sta con Israele e contro in terrorismo islamico, la Lega lavora per la pace in Medio Oriente e in Libia, contro estremisti e assassini. Ho detto e lo ripeto che - per garantire stabilità e prosperità- con Mosca è necessario avere buoni rapporti, economici, commerciali e culturali, senza scatenare guerre o tensioni che non fanno bene a nessuno».
C'è in cantiere una riforma fiscale che prevede un taglio alle tasse. Sarà veramente la volta buona?
«Le premesse votate l'altro giorno da tutti i partiti, tranne Leu e purtroppo FDI, sono ottime: via l'Irap, una assurda tassa sul lavoro e anche sulle perdite, conferma della Flat Tax al 15% fino ai 65.000 euro, taglio dell'Irpef per il ceto medio, no all'aumento dell'IMU. Sono contento e ottimista: Draghi ha respinto l'idea del Pd di mettere nuove tasse come la patrimoniale e continua a ripetere che il governo deve dare soldi ai cittadini anziché toglierli. È la strada giusta. Via anche la lotteria degli scontrini, l'evasione si combatte abbassando le tasse, punto».
Grillo ha detto di Conte che non ha nessuna capacità come leader. Condivide?
«Ho conosciuto due Conte: uno,
quello all'inizio del governo con la Lega, era umile e sapeva ascoltare. L'altro Conte invece, arrogante e incoerente, pur di salvare la poltrona ha rinnegato tutto. Ma il tempo è galantuomo, lavoro e coerenza pagano, sempre».
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