Bonus vacanze e condoni edilizi. Però le imprese restano a secco

Nell'ultima bozza reddito di emergenza fino a 400 euro e stop ai licenziamenti

Bonus vacanze e condoni edilizi. Però le imprese restano a secco

Lo strano viaggio del decreto di aprile, poi diventato di maggio, non è terminato. Dalle bozze quasi definitive dei giorni scorsi il governo ha fatto un passo indietro e, a due giorni dall'ipotetico varo, ha fatto spuntare un elenco dei desiderata dei ministeri, escluso quello dell'Economia.

Lunga lista che sembra parte della liturgia delle leggi di Bilancio, non di un decreto, provvedimento di urgenza (che questa volta è più che giustificata). Documento scritto «giorni fa» si è affrettato a precisare il ministero dell'Economia. Come dire, il decreto vero e proprio sarà molto diverso.

Il merito del documento di base per quello che è stato ribattezzato «decreto rilancio» è effettivamente impegnativo ed è difficile che tutte le proposte riusciranno a passare oltre la prima scrematura della Ragioneria dello Stato.

Oltre a varie misure, micro e non, c'è anche quello che la stessa Ragioneria generale dello Stato ha definito «una sorta di condono edilizio».

Su proposta del ministero delle Attività regionali, si prevede che i Comuni e le Regioni con il via libera delle Soprintendenze «predispongono ed approvano appositi Piani attuativi di riqualificazione urbana con specifica attenzione ai valori paesaggistici». Nel secondo comma si prevede che «gli interventi edilizi già presenti sui territori interessati possono ottenere il permesso di costruire in sanatoria, se conformi ai predetti Piani».

Per quanto riguarda le richieste del ministero del Lavoro, sul reddito di emergenza la versione contenuta nel documento è molto generosa. Il sussidio parte da maggio per durare tre mesi, non due come da intesa politica degli ultimi giorni. L'importo è quello previsto: minimo 400 e massimo 800 euro come previsto.

Sempre in capo al ministero del Lavoro c'è l'estensione del divieto di licenziamenti economici per cinque mesi rispetto ai due mesi contenuti nel decreto Cura Italia, proposta che era presente anche nelle ultime bozze del decreto aprile.

Non c'è la possibilità per chi ha ammortizzatori sociali a zero ore o il reddito di cittadinanza di lavorare per l'agricoltura continuando a percepire il sussidio. Confermata una misura di segno opposto: la proroga per altri due mesi della sospensione degli obblighi legati al reddito di cittadinanza, in primo luogo quello di accettare un lavoro.

Che si tratti di un elenco di richieste, molto simile all'assalto alla diligenza delle vecchie leggi Finanziarie, è dimostrato da proposte come il rimborso tramite voucher degli abbonamenti per l'accesso agli impianti sportivi inutilizzati a causa dell'emergenza coronavirus. Per gli stadi si prevede invece l'interruzione del pagamento degli affitti, quando la proprietà è pubblica.

Ma spunta anche l'aumento del 20% dell'organico dei dirigenti di seconda fascia. C'è anche un fondo da istituire presso il ministero dello Sviluppo per «la produzione di prototipi di videogiochi». Finanziamenti a fondo perduto da 10 mila a 200 mila euro «per singolo prototipo» di videogame.

Molte richieste dal ministero delle Attività culturali guidato da Dario Franceschini. C'è il bonus vacanze. Un credito d'imposta, con un tetto di spesa di 500 euro per i nuclei con Isee inferiore ai 35 mila euro. Il ministero della Giustizia propone di limitare la possibilità ai condannati per alcuni reati di chiedere i prestiti. Tra le richieste dei ministeri spunta la possibilità di vendere le mascherine sanitarie anche sfuse.

Sempre a proposito di mascherine, colpisce come nelle tabelle sulle spese previste per le spese sanitarie il costo per ognuna sia stimato su 2,50 euro, contro gli 0,50 imposti alla vendita al dettaglio (1,50 euro nelle ultime versioni).

Manca quasi del tutto il capitolo imprese,

nonostante il pressing delle associazioni di impresa (ieri il presidente di Confartigianato Giorgio Merletti ha chiesto semplificazioni e interventi sul fisco). Segno che il decreto rilancio, quello vero, non è ancora pronto.

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