«Mario Balotelli? Preferisco ignorarlo, in questo momento»: il neo senatore leghista Toni Iwobi si lascia scivolare addosso le parole del calciatore che ieri, su Instagram Stories, la striscia del social su cui i video rimangono per appena un giorno, lo ha criticato perché si è fatto eleggere nelle file della Lega. Ma anche a causa della foto in cui appare accanto a Matteo Salvini, esultando per il risultato elettorale, con in dosso una maglia riportante la scritta «Stop invasione». «Forse - ha spiegato - sono cieco io o forse non gliel'hanno detto ancora che è nero. Ma vergogna!!!».
Una guerra di pelle, insomma, dovuta all'evidente convinzione del calciatore che i bianchi sono tutti razzisti e guai a schierarsi dalla loro parte, ancor più se con il partito di Matteo Salvini. Iwobi, però, non ci sta, sembra ignorarlo e lo zittisce con un semplice «non mi interessa quello che scrive, ne ho abbastanza delle polemiche: voglio pensare al mio territorio e al nuovo compito che mi hanno affidato. Lui è un grande giocatore e rimarrà tale, spero - prosegue - che si limiti a fare il suo bel lavoro, visto che è portato a farlo. Io ho due squadre del cuore: l'Atalanta e l'Inter. Se Balotelli giocasse nella mia squadra del cuore, certo tiferei per lui. Quando è andato al Milan ci sono rimasto male, visto che sono interista. La Lega razzista? Non lo è, lo dite voi».
Arrivato nel 1976 in Italia con un permesso di studio, Iwobi, 62 anni, nigeriano di nascita, è iscritto alla Lega dal 1993. Venticinque anni di onorata carriera politica nel cui corso si è dedicato proprio ai temi legati all'immigrazione. Lo ha sempre detto, come sostenuto anche da Salvini, che chi arriva nel nostro Paese in maniera regolare e ha voglia di lavorare è il benvenuto. Gli altri possono pure tornarsene a casa. D'altronde si è visto nei giorni scorsi a Firenze, durante la rivolta dei senegalesi, che cosa accade quando a chi è approdato sulle nostre coste in maniera irregolare si concede di tutto, persino di distruggere una città senza che le istituzioni dicano niente o mostrino il pugno duro. Iwobi, che amministratore delegato di una piccola società di comunicazione, la Data Communications Lab di Spirano, aggiunge poche parole per commentare le critiche del calciatore: «Balotelli è un ragazzo viziato, non si rende conto di essere un personaggio pubblico. Però, per favore, non mi interessa rispondergli, ci sono problemi molto più importanti in questo Paese».
A dare la sua opinione sulle dichiarazioni dell'ex giocatore di calcio anche il segretario del partito del Carroccio: «Balotelli non mi piaceva in campo, mi piace ancor meno fuori dal campo».
Nato in Italia da genitori ghanesi, Mario non è nuovo alle battaglie contro la discriminazione. Si ricordano i cori razzisti che gli furono intonati a Bastia o il lancio di banane a Ponte Milvio quando ancora giocava nel Manchester City. Ma stavolta il razzismo non c'entra, anche perché Iwobi è il primo senatore nero d'Italia, eletto democraticamente in Parlamento grazie al voto di moltissimi italiani che gli hanno voluto dare fiducia anche grazie al suo impegno a favore degli immigrati regolari e che rispettano le leggi del Paese. Sui social, intanto, c'è chi si schiera dalla parte del calciatore, chi invece da quella del leghista di colore.
«Ma Balotelli non vive e lavora regolarmente in Italia - scrive qualcuno -? Forse dovrebbe ringraziare il senatore di essersi schierato e di difendere anche i diritti di gente come lui. Chi arriva qui deve rispettare le regole e non è una questione di pelle, ma di democrazia, rispetto e civiltà».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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