A Bruxelles nella casa dei falsari che cambiano nome ai jihadisti

Da luglio la polizia era sulle tracce del gruppo algerino che ha fornito documenti contraffatti ai terroristi. Ma uno dei capi è ancora libero

A Bruxelles nella casa dei falsari che cambiano nome ai jihadisti

Da una palazzina anonima in Rue des Fortifications, di proprietà di un siciliano, nel quartiere Saint-Gilles di Bruxelles si dipana la rete algerina, che ha portato all'arresto di sabato a Salerno di Djamal Eddine Ouali. Una rete di falsari utilizzata da almeno tre terroristi di Parigi e Bruxelles, che potrebbe avere collegamenti con le frange algerine di Al Qaida nel Maghreb passate sotto le bandiere nere dello Stato islamico.

Tutto ha inizio il 22 luglio dello scorso anno quando la polizia belga si presenta nell'appartamento al secondo piano affittato all'algerino Smail Maazouz. Gli agenti gli mostrano la foto di un ricercato intimandogli: «Dov'è?». Maazouz risponde che sta dormendo a casa sua «da un paio di notti». Gli agenti lo arrestano e perquisiscono tutto lo stabile trovando al primo piano altri due criminali, Mourad Bendriss e Samir Boutbeen, in possesso di documenti rubati, un computer ed una stampante di precisione, che potrebbe servire a dei falsari. I tre finiti in manette sono tutti algerini.La vera sorpresa, però, la rivela Maazouz, in seguito rilasciato, ad un inquilino dello stessa palazzina: «La polizia mi ha detto che il ricercato a casa mia era un sospetto terrorista di Al Qaida, ma io neppure lo conoscevo. Amici mi hanno chiesto di ospitarlo per un paio di notti». Strano che Maazouz sia stato rimesso in libertà, anche se poco dopo torna in Algeria e rispunta in Francia, dove si troverebbe ancora oggi.

La scorsa estate nessuno ha dato risalto alla notizia dei tre arresti, ma dopo mesi la pista di Rue des Fortifications convince la procura ad emettere, il 6 gennaio, un mandato di cattura internazionale per l'algerino Djamal Eddine Oual. Lo stesso giorno il ricercato passa il Brennero e arriva in Italia. Sabato scorso finisce in manette a Bellizzi, in provincia di Salerno, con l'accusa di «aver fornito documenti falsi, carte d'identità belghe, a tre terroristi della cellula di Bruxelles».

Grazie agli arresti dello scorso luglio a Rue des Fortifications sono state trovate un migliaio di immagini digitali riferibili a documenti contraffatti. Fra le foto viene riconosciuto Salah Abdeslam, l'unico terrorista delle cellule di Parigi e Bruxelles catturato vivo il 18 marzo nella capitale belga, quattro giorni prima della nuova strage. Il super ricercato usava il nome falso Yassine Baghli.Mohamed Belkaïd ucciso in un conflitto a fuoco durante il raid per arrestarlo a Forest, sobborgo di Bruxelles, il 15 marzo aveva un documento contraffatto a nome di Samir Bouzid. Il terrorista è di origine algerina e potrebbe aver facilitato i contatti con la rete dei compatrioti falsari per Salah ed un altro seguace delle bandiere nere. Si tratta di Najim Laachraoui saltato in aria nell'aeroporto della capitale belga, che sul documento fittizio si faceva chiamare Soufiane Kayal.

Il mistero rimane sull'identità del terzo uomo arrestato in luglio a Rue des Fortifications, che la polizia avrebbe sospettato di appartenere ad al Qaida. Una frangia algerina degli adepti di Osama bin Laden del Maghreb è passata con lo Stato islamico. Yazid, uno degli inquilini dello stabile, interrogato dalla polizia, ma poi lasciato andare sostiene con il Giornale, che «si tratta solo di un ladro, nulla di più». Però la pista ha portato all'arresto dell'algerino di Salerno, che si dichiara innocente, ma ha lasciato il Belgio per riparare in Italia rincorso da un mandato di cattura internazionale della procura federale di Bruxelles.«Non avrei mai immaginato di trovarmi in mezzo a questa storia. Maazouz, affittuario dell'appartamento dove è arrivata la polizia la scorsa estate, mi era stato presentato come una brava persona dal suo datore di lavoro, che a sua volta aveva abitato a lungo nello stesso posto» spiega M. S., cittadino italiano nato in Belgio da emigranti siciliani. Adesso, il datore di lavoro, Mohammed Kavkaz, siriano, prende le distanze e sostiene stranamente di conoscere appena Maazouz. «L'algerino è arrivato nel febbraio dello scorso anno e ha sempre pagato regolarmente l'affitto fino ad ottobre. Quando la polizia ha fatto irruzione ero in Italia, in provincia di Caltanissetta, da dove è originaria la mia famiglia. Ci sono rimasto per sei mesi. Le autorità non mi hanno mai interpellato» spiega al Giornale il proprietario, che non ha nulla a che fare con il terrorismo.

Poi Maazouz sparisce lasciando i suoi effetti personali nell'appartamento. «L'ho sentito l'ultima volta al telefono in febbraio. Mi ha promesso che sarebbe tornato a Bruxelles nel giro di 15 giorni e avrebbe pagato tutti gli arretrati per l'appartamento, ma non si è fatto più vedere» spiega l'italiano. Gli inquilini algerini e siriani vivono in stanze un po' misere e sovraffollate con i materassi per terra.

La rete algerina di falsari e terroristi, che si intreccia con gli attacchi di Bruxelles rispunta dal passato. Il 25 marzo viene arrestato e ferito nella capitale belga con una scena da Far West, Abderahmane Ameroud, un franco-algerino già condannato a sette anni di carcere per aver partecipato alla pianificazione dell'omicidio di Ahmad Shah Massoud. Il leggendario comandante della resistenza afghana contro i sovietici ed i talebani era stato ucciso il 9 settembre 2001 da due finti giornalisti che si sono fatti saltare in aria per eliminare una spina nel fianco prima dell'attacco alle Torri gemelle. I terroristi erano stati reclutati a Bruxelles dall'emiro Sayf Allh Ben Hassine, capo e fondatore del gruppo jihadista tunisino Anr al-Shara, che aveva una costola in Italia a Gallarate. Alcune carte d'identità rubate in provincia di Varese sarebbero state utilizzate dalla cellula del terrore.

Essid Ben Khemais, il referente jihadista di Gallarate, gestiva un traffico di documenti contraffatti tra Italia, Belgio, Olanda, Germania, Francia e Spagna. Un copione che si ripete con la strage del terrore di Bruxelles.www.gliocchidellaguerra.it

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