"Il cadavere è quello della vigilessa". Gli investigatori hanno pochi dubbi

Corpo seminudo e volto tumefatto. I segni di una violenza?

"Il cadavere è quello della vigilessa". Gli investigatori hanno pochi dubbi

Il volto tumefatto, un corpo irriconoscibile, in avanzato stato di decomposizione. Senza vestiti, senza scarpe. Soltanto con gli indumenti intimi.

Erano queste le condizioni del cadavere di donna trovato domenica mattina lungo l'argine del fiume Oglio, in Valcamonica.

Serviranno le analisi scientifiche per avere maggiori certezze sull'identità di quel corpo, eppure gli inquirenti non hanno dubbi: si tratta di Laura Ziliani, la bresciana 55enne svanita nel nulla l'8 maggio scorso.

Ad occuparsi dell'esame del Dna e dell'autopsia sarà l'Istituto di medicina legale degli Spedali Civili di Brescia - del cui esito la famiglia di Laura resta in ansiosa attesa. E se per i parenti più stretti la speranza di ritrovare viva l'ex vigilessa di Temù era già svanita da tempo, non era ancora così per Marisa, la madre 82enne di Laura, che dopo 90 giorni si trova ora costretta a fare i conti con l'ennesima tragedia familiare in una vita turbolenta.

La famiglia della donna si è intanto stretta in un profondo riserbo: la figlia maggiore e la minore, entrambe indagate per omicidio volontario e occultamento di cadavere, si limitano a un «no comment» dopo l'ondata di voci che proveniva dalla Valcamonica, mentre la terza figlia 24enne ha trascorso la domenica del ritrovamento con la nonna Marisa.

A fine giugno la 27enne e la 19enne erano state iscritte nel registro degli indagati insieme al fidanzato di una loro dopo alcune incongruenze rilevate dagli inquirenti nei racconti delle due - sempre presenti al quartier generale allestito durante le operazioni di ricerca nei mesi scorsi. Ma nella piccola comunità camuna sono queste le ore più colme di angoscia, di interrogativi, di ricerca di verità negli ultimi tre mesi.

I dubbi sono ancora tanti: se sarà effettivamente confermato che quel cadavere è di Laura Ziliani, com'è morta la donna? E' rimasta vittima di un incidente o dietro la scomparsa c'è una mano omicida?

E ancora: dov'era il cadavere, se la zona del ritrovamento era stata battuta a lungo invano dai soccorritori?

Secondo una prima ricostruzione degli inquirenti, il cadavere di una donna sarebbe stato trascinato dalla piena dell'Oglio, ingrossato dopo le piogge degli ultimi giorni.

Dopo il passaggio della piena, le acque potrebbero quindi aver abbandonato il cadavere sulla sponda, in un piccolo bosco all'altezza del bacino Edison. Il sindaco di Temù Giuseppe Pasina è arrivato anche a ipotizzare che la donna «non è stata trascinata dall'acqua, ma è stata portata lì e seppellita. Il fiume è straripato e ha riportato alla luce il cadavere». Supposizioni inquietanti, che non hanno ancora trovato un riscontro nelle indagini.

Sulle circostanze del ritrovamento sta intanto lavorando la Procura di Brescia con il pm Caty Bressanelli, che ha assegnato gli incarichi medici all'equipe del professor Andrea Verzeletti. E saranno le prossime ore quelle decisive per scoprire ulteriori dettagli sul ritrovamento del cadavere in Valcamonica.

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