Cantone "arresta" Ingroia: molli un incarico

L'ex pm è commissario di una società e dell'ex provincia di Trapani

Cantone "arresta" Ingroia: molli un incarico

Non c'è pace per l'ex pm Antonio Ingroia ( nella foto in alto ). E ancora una volta lui, paladino della legalità, scivola sul rispetto delle regole. Adesso a pizzicarlo è il fuoco amico di un ex collega magistrato, il presidente dell'Autorità anticorruzione Raffaele Cantone ( in basso ), che in una letterina inviata al governatore di Sicilia Rosario Crocetta solleva il problema dell'incompatibilità tra i due incarichi che il generoso presidente ha elargito all'amico ex pm reduce dal flop politico di Rivoluzione civile: quello di commissario liquidatore di Sicilia e-Servizi e quello successivo, di commissario del Libero consorzio (fu Provincia) di Trapani. Secondo l'Autorità anticorruzione, l'incarico di commissario del Libero consorzio di comuni, Trapani nel caso specifico, è a pieno titolo assimilabile a un incarico politico come quello di presidente di Provincia. Di conseguenza non è compatibile, in base all'articolo 13 del dl 39 del 2013 (il decreto sull'incompatibilità degli incarichi nelle pubbliche amministrazioni, ndr ), con la posizione di commissario liquidatore amministratore unico di Sicilia e Servizi, ente di diritto privato in controllo pubblico.

Un brutto cartellino giallo, per l'ex pm. Tanto più che non è la prima volta che Ingroia si imbatte in una violazione delle regole. Gli è successo al debutto da avvocato, quando si è presentato in Aula al processo sulla trattativa Stato-mafia prima di prestare il giuramento di rito, e per di più in violazione delle legge, perché non poteva esercitare la professione legale a Palermo, il distretto in cui aveva lavorato nei due anni precedenti. Ingroia, però, fa spallucce. Anzi, nelle dichiarazioni rilasciate al Giornale di Sicilia che ha pubblicato ieri la notizia, insinua che l'eventuale stop all'incarico di commissario a Trapani sia legato all'attività antimafia e di ripristino della legalità svolta nella terra che è il regno del superlatitante Matteo Messina Denaro. «Perché la questione – dice – viene sollevata solo adesso? Non posso non metterlo in relazione con le cose di cui mi sto occupando a Trapani, dove sto lavorando per portare alla luce una serie di affari oscuri. Un sistema di incroci politico-affaristici-mafiosi – sottolinea l'ex pm, che ricorda di aver fatto varie denunce in Procura - che sta saltando». Dietrologie a parte, secondo Ingroia da parte sua non c'è nessuna violazione di legge. «La questione –dice – è già stata sollevata in sede politica (con un'interrogazione del Pd, ndr ) e dal punto di vista giuridico la ritengo infondata: l'incompatibilità si porrebbe se io avessi una carica in un ente partecipato dalla Provincia. Ma così non è. Sicilia e-Servizi ormai è una società tutta della Regione».

Crocetta, alle prese con la crisi lampo della giunta,

non ha replicato, ha solo fatto sapere di non avere ancora ricevuto la lettera. La questione, comunque, potrebbe risolversi in automatico. L'incarico di commissario a Trapani di Ingroia scade infatti il prossimo 30 ottobre.

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