Il carabiniere eroe e la bimba in fin di vita: "Che gioia salvarla, ho pianto con i genitori"

La piccola di 20 giorni stava soffocando, il militare fuori servizio è intervenuto

Il carabiniere eroe e la bimba in fin di vita: "Che gioia salvarla, ho pianto con i genitori"

Da un giorno tutti lo chiamano eroe. Ma Angelo Perillo, 37 anni, vicebrigadiere della compagnia Trionfale di Roma, prima di tutto è un papà. Ed è stata quella consapevolezza, quella forza, la determinazione che solo un genitore può avere, ad averlo spinto sabato a salvare una bambina di venti giorni che stava soffocando, praticandole la manovra di Heimlich, che ha liberato le vie aeree della neonata, consentendole così di tornare a respirare.

L'angelo con la divisa, in quel momento la divisa non ce l'aveva nemmeno. Era fuori servizio sabato alle 13.30, quando è successo il fatto. «Stavo facendo dei giri a Prati per svolgere alcune commissioni - racconta Perillo - non abito molto distante da lì. All'improvviso ho sentito gridare aiuto, aiuto, un medico, aiuto, mia figlia non respira. Le urla provenivano dall'interno di un negozio in via Simone de Saint Bon. Mi sono precipitato per vedere cosa stesse accadendo e ho trovato due genitori disperati, perché la figlia era cianotica e non riusciva a respirare».

Tea, questo il nome della bimba, stava morendo. «Una situazione critica - spiega il vicebrigadiere -. D'istinto ho chiamato il 118, poi ho preso la piccina dalle braccia della mamma, spiegando a lei e al marito che ero un carabiniere. Ho frequentato, in passato, i corsi di primo soccorso che l'Arma ci fa fare e a guidarmi è stata anche l'esperienza come papà. Anche io ho un bimbo, ha un anno e mezzo il mio Tommaso, e so bene che a 20 giorni prendono solo latte».

«Ma Tea poteva ugualmente avere qualcosa in bocca - racconta - e con il papà abbiamo cercato di vedere se qualcosa le ostruisse la gola. Ma non si vedeva nulla. Abbiamo realizzato che stava soffocando per un rigurgito. Allora ho chiesto il permesso ai genitori, poi l'ho incrinata verso il basso, massaggiandole la trachea. La neonata ha pian piano ripreso colore, ha ricominciato a respirare. Poi ha pianto. In quell'istante eravamo fuori dall'incubo: siamo scoppiati a piangere con lei dalla gioia». Sul posto è giunta poi l'ambulanza che ha trasportato la piccolina al pronto soccorso dell'ospedale Bambino Gesù, dove è stata ricoverata e si trova ancora in osservazione. «Ma sta bene - sorride il carabiniere - qualche ora dopo mi ha chiamato il papà per rassicurarmi e mi ha detto che era fuori pericolo». «Non mi vergogno a dire che ho pianto di nuovo», dice il carabiniere e mentre parla gli occhi di velano ancora per l'emozione. «Io un eroe? - arrossisce sentendo pronunciare quella parola -.

È Tea l'unica eroina, è una vera guerriera. Una bambina stupenda con occhi blu meravigliosi. Appena possibile con la mia famiglia incontrerò la sua». E forse nascerà una bella amicizia, nata sulle basi di un dramma, finito bene.

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