Carlo Nordio, l'ex toga che indagò sulle tangenti del Pci e critica i magistrati

Carlo Nordio, l'ex toga che indagò sulle tangenti del Pci e critica i magistrati

Magistrato in pensione dal 2017, si è occupato di Br, sequestri di persona, tangenti, Mose. Ma Carlo Nordio, trevigiano, 73 anni, non ha mai fatto difesa corporativa della sua categoria, anzi sulla magistratura italiana ha espresso profonde critiche arrivando a dire che la politica la «fa da padrona» sia nell'Anm che nel Csm. Giudice istruttore a Venezia, poi pubblico ministero, all'inizio degli anni Ottanta ha portato avanti l'inchiesta sulle colonne venete delle Br e poi su alcuni rapimenti. Durante Mani Pulite indagò sui finanziamenti al Pci-Pds dalle coop rosse, filone che gli costò dei problemi. «Nel '97, la giunta dell'Associazione nazionale magistrati mi convocò a Roma per un'audizione davanti ai probiviri... Mi chiamarono a causa delle interviste in cui avevo detto che la politica non era poi così corrotta come sembrava perché in Italia solo in un determinato periodo tutti i partiti, e sottolineo tutti, venivano finanziati in modo illegale e clandestino... Il Pci non aveva nessuna legittimazione a dare lezioni di moralità tenuto conto che il Pci veniva finanziato dall'Urss, ovvero da un Paese nemico. Ricordo l'onorevole Pietro Folena che, al limite dell'oltraggio, ci dipinse come una "procura fascista"» ha raccontato Nordio.

Consulente della Commissione parlamentare per il terrorismo e le stragi (1997-2001), presidente della Commissione per la riforma del codice penale (2002-2006), ha scritto libri molti critici sulla gestione della giustizia. Sul caso Palamara dice :«Adesso tutti si scandalizzano per le riunioni carbonare fra i consiglieri e i politici, ma da sempre la politica la fa da padrona a Palazzo dei Marescialli e nell'Associazione nazionale magistrati. Basta riflettere sulle correnti che sono costruite a imitazione dei partiti, con una destra, un centro e una sinistra. Le nomine sono pilotate, se non hai la sponsorizzazione di questa o quella corrente non puoi aspirare a uffici importanti».

Ama l'equitazione e i libri antichi, di

cui è un appassionato collezionista e raffinato lettore. In passato lo si è anche intravisto a Parigi, sui Lungosenna, dove andava ad acquistarli. L'idea di essere candidato al Quirinale, confessa, gli fa «tremare i polsi».

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