Caro presidente, troppa sobrietà è inutile e ci danneggia

Abbiamo capito. Lei non ama i privilegi, non li vuole nemmeno se li ha. Ora, dopo la lezione che ci ha dato, faccia pure il capo dello Stato

Caro presidente, troppa sobrietà è inutile  e ci danneggia

Ci scusi presidente, ma, stia tranquillo, abbiamo capito. Noi, e con noi gli italiani, abbiamo ben chiaro il concetto che il nostro nuovo capo dello Stato, Sergio Mattarella, è sobrio, morigerato e non usa auto blu e aerei di Stato per spostarsi. Non è necessario che a ogni trasferta Lei si sforzi di trovare un mezzo di trasporto più popolare, normale, a portata di cittadino comune, per stupire i disfattisti che ritengono che la politica sia tutta un magna magna . Stia tranquillo, presidente, non penseremo male se si comporterà da capo dello Stato qual è, anzi. Perché a noi italiani, che a volte non ci sentiamo italiani ma per fortuna o purtroppo lo siamo come cantava Gaber, piace sì tanto un presidente della Repubblica che dà il buon esempio e non fa sprechi. Ma siamo anche un po' tradizionalisti, e il Quirinale è il Quirinale, la massima istituzione. E quindi l'inquilino del Colle, anche se ha giustamente voglia di normalità, per noi non è un cittadino qualunque, che sceglie il treno comune (il Frecciargento da Lei usato ieri per il viaggio di andata a Firenze, un'ora e 32 minuti di viaggio, una quarantina di euro, in media, il biglietto di seconda classe) o che prende il tram (l'altro mezzo da Lei scelto per raggiungere Scandicci da Firenze Santa Maria Novella). Il presidente della Repubblica, e dunque Lei, presidente, è il capo dello Stato che, per il ruolo che svolge, ha determinate prerogative che privilegi non sono ma che fanno parte del decoro dell'istituzione che presiede. Immagina la regina Elisabetta d'Inghilterra che prende la metropolitana per andare a Buckingham Palace? Sì, vero, il capo dello Stato in Italia non è re, e la regina d'Inghilterra nel 2013 è pure salita su un vagone della Tube. Ma era la festa per i 150 anni dall'inaugurazione della metropolitana londinese, non un viaggio vero. Lei non è un re, ma è comunque l'inquilino del Quirinale, un tempo residenza del Papa in quanto sovrano, adesso emblema della nostra Repubblica. È il capo dello Stato, la massima carica della nostra Repubblica. Quindi non si preoccupi, presidente, la prossima volta che si sposterà prenda pure un treno superveloce, un volo di Stato, l'auto blu che le spetta di diritto, al contrario di tanti che ce l'hanno quasi per privilegio ereditario. La sua immagine di sobrietà non ne risentirà. Del resto la lezione che ci ha dato sin dall'arrivo al Colle è stata chiarissima: prima la Panda, grigia; quindi l'aereo di linea Alitalia per il primo blitz a Palermo, volo civile da Fiumicino come tanti siciliani che fanno i pendolari del weekend da Roma, onorevoli inclusi; ieri il treno e poi addirittura il tram (riservato, i fiorentini disinformati se lo sono visti sfilare sotto il naso alla fermata Santa Maria Novella perché per ragioni di sicurezza mica si potevano far salire e scendere i passeggeri visto che c'era Lei a bordo). Cosa s'inventerà ancora? Un viaggio in metropolitana? O una trasferta in treno da Roma alla sua Palermo, test sul campo di come l'Italia, sul fronte dell'alta velocità, sia spaccata in due, come Lei da siciliano ben sa? Via, presidente, non sono necessarie queste prove estreme.

Abbiamo compreso, e anche apprezzato, l'esempio che ha voluto dare a quest'Italia in cui spesso i privilegi l'hanno fatta da padrone. Abbiamo capito. Lei non ama i privilegi, non li vuole nemmeno se li ha. Ora, dopo la lezione che ci ha dato, faccia pure il capo dello Stato. Anche con le prerogative che il prestigio dell'istituzione che guida esige.

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