La "carriera" di Vasvija, 12 figli e 43 fermi. Nelle stazioni di Roma dà lezioni di furto

Dai campi rom agli scippi alle fermate. "In carcere non ci è andata mai"

La "carriera" di Vasvija, 12 figli e 43 fermi. Nelle stazioni di Roma dà lezioni di furto

«Rubare è mio lavoro, in carcere no vado, io incinta». Arrestata più di 40 volte, oltre 25 anni da scontare, Vasvija Husic, 36 anni e dodici figli, è stata persino bloccata mentre faceva «lezione di borseggio» sulla metropolitana di Roma. Ai campi rom del litorale romano i suoi ragazzi li chiamano con i nomi delle fermate della linea A: Vittorio, Cornelia, Furio Camillo, Ottaviano, Lucio Sestio, Spagna. Mai Rebibbia. Si perché Madame Furto, origini bosniache, in carcere non c'è stata mai. Giusto qualche notte, il tempo per fare istanza di scarcerazione, e poi di nuovo in libertà. Alla stazione Termini i carabinieri l'hanno arrestata un'infinità di volte, riconosciuta a vista e bloccata molto spesso assieme alle sue allieve, quattro nomadi tutte pregiudicate per furto con destrezza, una con 13 figli. A lezione di borseggio: le vittime preferite sono straniere, magari americane o giapponesi che girano con il cash in borsa o nelle tasche. Nel 2019, al 36esimo o 37esimo arresto, il giudice stabilisce che sarebbe finita in cella in via definitiva solo dopo aver partorito. Chiara la sentenza del Tribunale di Roma: il cumulo di pena diventerà esecutivo dopo che avrà messo al mondo il bambino e lo avrà allattato per i primi giorni. Messo al mondo il nono figlio, però, la donna è di nuovo in dolce attesa e in cella non ci va. Viene «beccata» ancora una volta in azione, davanti la fermata Barberini, in pieno centro. I militari, fuori servizio, la riconoscono e la portano in caserma per accertamenti. Soprattutto per notificarle la sentenza precedente, visto che al campo rom non si trova mai. Rilasciata, torna al lavoro immediatamente. Incontra altre nomadi, punta altre potenziali vittime. Quando nei sottopassaggi della metro «piove», ovvero quando polizia e carabinieri fanno controlli a tappeto, c'è sempre il 64, l'autobus Atac che dalla stazione Termini porta a San Pietro, zeppo all'inverosimile di pellegrini. Oltre un quarto di secolo da passare, almeno in teoria, dietro le sbarre per la Loren, si fa per dire, del borseggio. Come in un episodio del film «Ieri, Oggi, Domani» ambientato a Forcella, Napoli, dove una venditrice di sigarette di contrabbando, Adelina Sbaratti interpretata appunto da Sofia Loren, mette al mondo figli a ripetizione per non essere arrestata, la Husic non ha nessuna intenzione di fermarsi al 12esimo poppante. «Sa bene che avere figli da allattare o essere in gravidanza - spiegano le forze dell'ordine - sono elementi incompatibili con il regime carcerario». Non serve nemmeno confinarla lontano dalla capitale. Ogni mattina la donna fugge dalla Banditaccia, mai nome tanto azzeccato, nel comune di Ardea, per andare a «lavorare» in città.

Una maestra del furto e dell'accerchiamento: «Punta soprattutto a collanine, braccialetti, portafogli, borse e cellulari - spiegano gli inquirenti - tablet, pc portatili e contanti». Come i 1300 yen sottratti a una 60enne giapponese, prodezza che le fa conquistare il 43simo arresto.

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