Le strade tra Davide Casaleggio ed il M5s potrebbero presto dividersi. Ad ammetterlo è lo stesso figlio di Gianroberto che in un lungo post sul Blog delle Stelle, organo ufficiale del Movimento, ha spiegato i motivi che potrebbero portare al divorzio.
Casaleggio, infatti, si è detto assolutamente contrario alla cancellazione di tutti i principi che sono alla base del M5s se quest’ultimo dovesse trasformarsi in un vero e proprio partito. "Garantiremo le attività che verranno richieste dal Capo Politico del MoVimento 5 Stelle, così come abbiamo sempre fatto con serietà e lealtà, per la realizzazione del percorso che il Movimento riterrà di voler fare, ma qualora, per qualche motivo, si avviasse la trasformazione in un partito, il nostro supporto non potrà più essere garantito, dal momento che non sarebbe più necessario poiché verrebbero meno tutti i principi, i valori e i pilastri sui quali si basa l'identità di un Movimento di cittadini liberi e il suo cuore pulsante di partecipazione che noi dobbiamo proteggere", si legge nel messaggio pubblicato da Casaleggio.
Il presidente e fondatore dell’Associazione Rousseau, piattaforma di democrazia diretta del M5s, ricorda quanto accaduto nell’ultimo periodo: di aver svolto gratuitamente il suo incarico a sostegno del Movimento, di aver rifiutato un ministero, di aver rispettato i ruoli anche quando non era d’accordo, di aver sopportato "insinuazioni, attacchi e calunnie nei miei confronti e nei confronti di mio padre". Ma ora, secondo Casaleggio, è arrivato "il momento di prendere posizione" nella battaglia interna ai 5s che vede tra i bersagli anche Rousseau.
La piattaforma, ha spiegato ancora Casaleggio, è stato uno strumento voluto dal padre Gianroberto per "tutelare la comunità del Movimento garantendo ampi spazi di espressione della sua volontà generale". Questo perché lui "conosceva profondamente l’animo umano e non gli sfuggiva la possibilità che qualcuno, una volta eletto nelle istituzioni, avrebbe potuto provare, perseguendo il proprio interesse carrieristico, ad annullare il ruolo degli iscritti e il concetto stesso di portavoce”. Casaleggio ha poi affermato che "il MoVimento 5 stelle è nato proprio con alcune promesse agli iscritti e agli elettori che io non ho dimenticato e non posso sconfessare". La prima è che "non saremmo mai diventati partito”, sia come "struttura", che come "mentalità". Diversamente dal partito, nel movimento "il potere si esercita dal basso", nella "condivisione delle scelte tra gli iscritti", non si delega a un campo, ma si chiede il "coinvolgimento attivo del singolo partecipante”.
Il presidente di Rousseau ha sottolineato che "il partito prende i finanziamenti pubblici, crea strutture stipendiate per ex eletti, non crede che ci siano limiti ai mandati parlamentari e crea strutture decisionali che esproprino i cittadini dal loro ruolo di indirizzo e di scelta. Il MoVimento non ha paura della strada più lunga, si autofinanzia, crede nel rinnovamento generazionale, ha il suo fondamento nell'idea che la politica non debba diventare una professione".
Per questo Casaleggio respinge il cosiddetto "partitismo", inteso come "rifugio di chi ha paura di perdere i privilegi che ha accumulato, ma solo chi è disposto a perdere tutto quello che ha, può ottenere tutto quello che vuole”. Esso è “incompatibile con l’idea di movimento" perché "il partitismo è qualcosa che entra piano piano e poi rimane indelebile nel ricordo di ciò che non ha funzionato" ."Ma il partitismo- ha continuato- è soprattutto incompatibile con l'idea di movimento, di unicità e di partecipazione che è racchiuso in quel simbolo disegnato sulla scrivania di mio padre. Un simbolo basato su valori, idee e battaglie ben precisi, su principi chiari di partecipazione e soprattutto legato a un'esperienza bellissima di 11 anni di un movimento che ha cambiato la storia dell'Italia combattendo proprio contro l'idea di partito, di casta e di accentramento delle decisioni nelle mani di pochi privilegiati chiusi in qualche stanza".
Tra gli impegni che il figlio del fondatore del M5s ha preso c’è "il rispetto delle regole, dei principi e il mantenimento della centralità dell’assemblea iscritti affinché non venga mai annullata e sostituita da segreterie di partito". Casaleggio, contestualmente, promette che si lavorerà per dare "strumenti che rendano autonomi gli attivisti, che aumentino il loro potere decisionale, ma anche la loro responsabilità nella soluzione di problemi affinché le decisioni non siano accentrate in poche persone, ma distribuite. Ci impegneremo per studiare nuovi metodi di riconoscimento del merito, del valore e della qualità dei portavoce, affinché la selezione di coloro che andranno a rappresentare la comunità non sia imposta dall'alto, ma rimanga aperta a tutti e continui a essere espressione dal basso". Allo stesso tempo garantisce che Rousseau lavorerà "per una decentralizzazione, dando strumenti che rendano autonomi gli attivisti, che aumentino il loro potere decisionale, ma anche la loro responsabilità nella soluzione di problemi affinché le decisioni non siano accentrate in poche persone, ma distribuite".
Il fondatore della piattaforma web spiega che "ci attiveremo affinché gli strumenti di partecipazione che abbiamo creato in questi anni siano a disposizione di tutti con un modello open source e saremo pronti a collaborare con tutti quei movimenti, associazioni e organizzazioni che come noi nel mondo vogliono dare voce alle persone e connetterle in processi innovativi finalizzati a risolvere problemi di grande impatto sulla società come quelli ambientali, economici o culturali". Tutto questo per "trovare un nuovo modello di sostentamento per il futuro che consenta di poter continuare a garantire ai cittadini quello spazio gratuito e aperto di partecipazione che meritano e che qualcuno oggi forse vorrebbe cancellare venendo meno agli impegni presi". Nel post Casaleggio ammette che il "nostro modello è evoluto e sicuramente deve evolvere ancora. Bisogna guardare avanti e non indietro. Non guardare indietro significa non avere nostalgia di come eravamo nel 2009, ma neanche guardare al 1950".
Il presidente di Rousseau coglie l’occasione per togliersi qualche sassolino dalla scarpa lanciando un affondo contro tutti quelli che stanno portando avanti da tempo critiche al suo indirizzo. "Ho dovuto sopportare insinuazioni, attacchi e calunnie nei miei confronti e nei confronti di mio padre- ha spiegato- anche da persone che grazie al nostro lavoro ricoprono oggi posizioni importanti". Casaleggio ha aggiunto che "per 15 anni ho prestato la mia attività gratuitamente per un'idea di partecipazione collettiva da parte dei cittadini alla vita del proprio Paese. Lo hanno fatto anche migliaia di attivisti che continuano a regalare il loro tempo alla comunità. Lo hanno fatto anche migliaia di attivisti che continuano a regalare il loro tempo alla comunità". Il presidente di Rousseau ricorda che gli era stata offerta la guida di un ministero ma ha rifiutato in quanto certo che "il ruolo di supporto del movimento fosse più importante. Ho sempre rispettato i ruoli anche quando non ero d'accordo con le scelte prese".
"Ho sempre rispettato i ruoli -rivendica- anche quando non ero d'accordo con le scelte prese. Ho dovuto sopportare insinuazioni, attacchi e calunnie nei miei confronti e nei confronti di mio padre anche da persone che grazie al nostro lavoro ricoprono oggi posizioni importanti. Il mio silenzio negli anni è stato un atto di profondo rispetto nei confronti di chi ha creduto nel nostro sogno, così come oggi ritengo sia doveroso parlare per onestà intellettuale".
Lo stesso Casaleggio ha reso noto che"in questi giorni difficili abbiamo ricevuto migliaia di email e messaggi dalle tantissime persone che vogliono aiutare il MoVimento e Rousseau". In considerazione di ciò, il presidente di Rousseau annuncia una importante novità: "Abbiamo deciso di coinvolgere tutti i cittadini che vogliono aiutarci a mantenere in vita questo progetto, a migliorarlo sempre e che abbiano idee su come creare quegli spazi di confronto che oggi mancano. Saranno gli 'ambasciatori della partecipazione’ diffusi in tutta Italia. Nei prossimi giorni daremo i dettagli", prosegue.
"La nostra identità, il metodo unico e gli strumenti che abbiamo costruito sono la ricchezza più grande che possediamo e dobbiamo condividere la nostra esperienza per far germogliare l'idea della partecipazione civica attiva e digitale in tutto il mondo. La nostra forza è sempre stata la possibilità di partecipare. Noi siamo movimento", ha infine concluso il figlio del co-fondatore dei 5s.
Il post di Casaleggio è destinato a scuotere il mondo pentastellato. Pochi minuti dopo la pubblicazione del messaggio già si segnala una prima presa di posizione. A far sentire subito la sua voce è stato Alessandro Di Battista, da sempre considerato un duro e puro del Movimento. Un messaggio brevissimo, il suo, ma denso di significati: "Vi consiglio di leggere. Buon compleanno Movimento 5 Stelle", ha scritto l’ex parlamentare 5s rilanciando il post scritto da Casaleggio.
E dopo le parole di Casaleggio, il MoVimento ha diffuso una nota. "Il Blog delle Stelle è il canale ufficiale del Movimento 5 stelle e Davide Casaleggio non ricopre alcuna carica nel Movimento 5 Stelle.
Il post pubblicato in data odierna sul Blog delle Stelle a firma Davide Casaleggio rappresenta una sua iniziativa, personale e arbitraria, diffusa attraverso uno strumento di comunicazione ufficiale del Movimento 5 Stelle", scrive il Comitato di Garanzia del Movimento 5 Stelle (composto dal capo politico, Vito Crimi, Giancarlo Cancelleri e Roberta Lombardi) in un post pubblicato sulla pagina Facebook ufficiale.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.