CasaPound: "Occupiamo Embraco". Ma i lavoratori tolgono lo striscione

I militanti di destra affiggono uno striscione di solidarietà con eventuali occupazioni ma nella notte gli operai lo strappano

CasaPound: "Occupiamo Embraco". Ma i lavoratori tolgono lo striscione

Lo slogan è di quelli da biennio rosso, quando ad occupare le fabbriche erano i comunisti e i socialisti. Eppure quello striscione "occupiamo la fabbrica" affisso ai cancelli ormai sbarrati della Embraco di Riva di Chieri, in provincia di Torino, porta la firma di CasaPound, la formazione di estrema destra capeggiata da Simone Di Stefano.

Protagonisti del blitz davanti allo stabilimento torinese i due candidati alla Camera Marco Racca e atteo Rossini, che si sono detti "pronti a sostenere gli operai qualora volessero occupare la fabbrica ed impedirne la chiusura", spingendosi addirittura a promettere appoggio per un eventuale esproprio.

Tuttavia, riferisce l'edizione torinese di Repubblica, ieri mattina i lavoratori della Embraco hanno strappato lo striscione affisso dai militanti della tartaruga frecciata. Un'azione poi accolta favorevolmente anche dai sindacati.

"La difficile situazione della Embraco - commenta Dario Basso, segretario della Uilm di Torino - non ha colore politico e la condizione dei 537 lavoratori non deve essere strumentalizzata per obiettivi diversi dalla salvaguardia del lavoro. Comprendiamo che le elezioni catalizzano il desiderio di apparire di tutte le forze politiche, ma il nostro obiettivo è quello di dare continuità all'azione che, con le istituzioni e con il coinvolgimento dei lavoratori, abbiamo messo in atto negli ultimi mesi.

Le azioni estreme, come l'occupazione di una fabbrica, non possono e non devono essere suggerite da alcuna formazione politica". Anche la Fiom ha attaccato CasaPound, scagliandosi contro quello che viene definito "sciacallaggio politico che soffia sul fuoco".

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