Casellati: "Mandato esplorativo? ​Difficile dire di no"

Maria Elisabetta Alberti Casellati, presidente del Senato, parla di queste difficili trattative che stanno precedendo la formazione di un nuovo governo

Casellati: "Mandato esplorativo? ​Difficile dire di no"

Il presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati, parla di queste difficili trattative che stanno precedendo la formazione di un nuovo governo. Dopo il secondo giro di consultazioni, il leghista Giorgetti aveva affermato che un incarico alla Casellati avrebbe potuto "smuovere le acque". Adesso lei stessa a l'Intervista di maria Latella su Sky tg24, spiega la sua posizione: "Intanto vediamo cosa deciderà il presidente Mattarella, se dovesse chiedermelo è chiaro che sarebbe difficile poter dire di no". Poi sull'ipotesi di un mandato esplorativo afferma: "Sarà certamente una missione difficile, se poi sarà impossibile saranno i fatti che lo diranno. Sarà tutta una situazione da verificare sul campo".

Poi la seconda carica dello Stato ha predicato prudenza: "Facciamo un passo alla volta - ha aggiunto - dico solo che io avrei personalmente preferito che una soluzione di questo genere non ci fosse, perchè questo significherebbe, lo dico nell’interesse esclusivo dei nostri cittadini, che i partiti avrebbero trovato una soluzione rapida e quindi diciamo che la ragione avrebbe prevalso sul pregiudizio. Il mio auspicio è che in questi giorni, anche di fronte a questi nuovi avvenimenti di carattere internazionale, i partiti si mettano intorno a un tavolo e trovino dei punti di convergenza per arrivare ad un governo". Infine sui veti del Movimento Ciqnue Stelle su Forza Italia e Berlusconi, la Casellati afferma: "Io credo che oggi come oggi queste uscite siano uscite che forse sarebbe meglio evitare, perchè già la situazione è molto complicata, addirittura inedito il panorama politico che è uscito dalle elezioni del 4 marzo. Accendere ancora di più i fuochi e complicare una situazione la cui soluzione costituisce un rebus per tutti, non mi pare opportuno e non mi pare opportuno neanche in una dialettica politica che dovrebbe andare anche verso una pacificazione, una distensione e non verso il fatto di dover accendere ancora di più gli animi.

Porre veti, emarginare una personalità come quella di Berlusconi che ha campeggiato nella vita politica ed economica degli ultimi venti anni non sia neppure possibile, nel senso che sarebbe una ferita alla nostra democrazia non mettere su un tavolo ad un livello di parità tutti gli interlocutori politici di questo momento".

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