Il "cattivo maestro" dei giovani stragisti voleva la morte anche di Papa Ratzinger

Benedetto XVI dopo il discorso di Ratisbona fu nel mirino di Chudari

Il "cattivo maestro" dei giovani stragisti voleva la morte anche  di Papa Ratzinger

Lui si chiama Anjem Chudary ed è uno dei più conosciuti interpreti dell'odio islamista. Nel 2006 diventò famoso per aver augurato la morte a Papa Benedetto XVI reduce dal famoso discorso di Ratisbona. Nel 2014 elogiò pubblicamente indicandoli come modello per tutti i propri discepoli - il Califfo Al Baghdadi e lo Stato Islamico. E da qualche tempo sarebbe anche diventato, almeno a dar retta agli inquirenti bengalesi, il «cattivo maestro» di una delle giovani belve che venerdì notte hanno massacrato i nove italiani intrappolati nell'Holey Artisan Bakery di Dacca.

Il problema è che Anjem Choudary non parla dalla foresta del Bangladesh né dai deserti dell'Arabia Saudita, ma dal cuore di Londra. I tweet e i proclami di questo discusso predicatore d'origini pakistane, nato nel 1967 e vissuto in Inghilterra, sono saltati fuori dal telefonino di Nibras Islam, il controverso ragazzotto 22enne che - prima di trasformarsi in uno spietato tagliagole - frequentava ottime scuole straniere, amava i film di Bollywood e caricava su Facebook i video dei suoi viaggi in auto con amici e amiche del tutto insospettabili. Eppure dietro quell'identità apparentemente irreprensibile si nascondevano un telefonino ed un account twitter costantemente sintonizzati sui proclami di questo cattivo maestro considerato uno dei più pericolosi interpreti europei dell'Islam violento e radicale. Un cattivo «maestro» formalmente accusato di terrorismo nel processo istruito contro di lui ed altri leader radicali dalle autorità inglesi. Un processo apertosi a Londra il 28 giugno scorso dopo numerosi rinvii.

Ora però ad aggravare le imputazioni rivoltegli nel 2014 - quando osannò pubblicamente lo Stato Islamico ed il Califfo Abu Bakr Al Baghdad - potrebbe aggiungersi l'accusa d'aver ispirato Nibras Islam e gli altri assassini dei nostri connazionali. I collegamenti con il sito twitter del predicatore inglese scovati nel telefonino di Nibras sono iniziati almeno due anni fa. Questi ed altri elementi fanno quindi pensare ad una processo di radicalizzazione tanto lungo quanto segreto. Un processo iniziato ben prima dello scorso febbraio quando Nibras sparì dalla circolazione e si trasferì, assieme ai suoi compagni d'avventura, in qualche area franca controllata dai terroristi dove si addestrò all'uso delle armi e studiò l'irruzione al ristorante Holey Artisan Bakery. Il ruolo di cattivo maestro di Chudari dovrebbe, se confermato, far ulteriormente riflettere sulla spregiudicata scaltrezza di un terrore islamista abilissimo nello sfruttare le libertà garantite dalle democrazie liberali per disseminare quell'istigazione alla violenza che innesca poi le stragi dei nostri concittadini. Una scaltrezza di cui Anjem Chudary è l'esempio vivente. Già accusato in passato di organizzare e favorire i viaggi dei jihadisti inglesi diretti in Iraq o in Afghanistan nel luglio 2005 si rifiutò di condannare pubblicamente gli autori della strage di Londra messa a segno da un commando di terroristi legati ad Al Qaida. Instancabile sostenitore della legge del Corano non smette di sostenere che entro il 2010 la bandiera dell'Islam sventolerà su Downing Street o perché «l'Inghilterra abbraccerà l'Islam» o perché «verrà sottomessa da un paese islamico o da elementi che le imporrano la fede islamica».

E nel 2006 - dopo il famoso discorso tenuto da Papa Benedetto XVI a Ratisbona - guidò una manifestazione di protesta fuori dalla cattedrale di Westminster dove spiegò che «chiunque insulti il messaggio di Maometto è soggetto alla pena capitale». Aggiungendo che «altre persone in Italia o altrove potrebbero occuparsi di portare a termine il compito».

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