Milano, l'Italia, l'Europa. Per Silvio Berlusconi le comunali d'autunno nel capoluogo lombardo non si riducono ad una sfida locale e guardano al futuro, devono dare la volata al centrodestra per conquistare, con il «buongoverno», la città e fra due anni una nazione sempre più centrale nell'Unione europea.
Il leader di Forza Italia interviene per telefono alla presentazione del candidato sindaco della coalizione Luca Bernardo, primario di Pediatria del Fatebenefratelli, dove i partiti sono rappresentati da Matteo Salvini per la Lega, Antonio Tajani vicepresidente azzurro e Daniela Santanchè per FdI. Da milanese, il Cavaliere sottolinea che quella sotto il Duomo non è più «la città del futuro, delle opportunità, dell'imprenditoria femminile e di quella giovanile, la città attrattiva per le migliori menti non solo italiane ma europee». Non è più la città del sogno milanese (un po' come quello americano), che consente a tutti di realizzarlo. Come ha fatto lui, che qui è nato, cresciuto e ha iniziato la sua «avventura», prima da imprenditore nell'edilizia, nella tv, nello sport e poi da politico, fondatore di Fi e del centrodestra «che in pochi mesi nel 1994 ha cambiato la storia del Paese». Ma oggi, dopo i «grandi sindaci del centrodestra» Gabriele Albertini e Letizia Moratti, «non c'è nei cassetti un'idea, una visione per il futuro di Milano». E se non c'è per «la città italiana più vicina all'Europa», non c'è per la nazione.
Ora si può cambiare, uscendo dalla pandemia, dalla crisi sociale ed economica, «con le risorse che l'Europa ci ha messo a disposizione attraverso il Recovery Fund, il piano Marshall che consentirà all'Italia e a Milano di ripartire davvero» Ecco perché le elezioni comunali sono «una sfida bella e appassionante, una grande prova, una pagina fondamentale per il futuro di Milano e per il futuro del centro-destra», che avrà un peso politico nazionale. «Sta a noi -dice il Cav- essere protagonisti di questa ripartenza, anche nei confronti dell'Europa. Milano sarà la vetrina del centro-destra che si candida a guidare il Paese, quando la parola tornerà ai cittadini, quando la politica tornerà alla normalità democratica dopo la fase di emergenza dalla quale è nato il governo Draghi».
Per la svolta di una «Milano del XXI secolo, attiva e solidale», la scelta di un pediatra, candidato civico è quella giusta, per l'ex premier, «una scelta di assoluta autorevolezza, di grande competenza, di provata concretezza». Bernardo «non è soltanto un grande clinico, è una persona abituata al lavoro di squadra, all'organizzazione, alla gestione di strutture complesse, un uomo con una grande capacità di ascolto e una grande sensibilità sociale». E attacca il primo cittadino uscente, il dem Beppe Sala. «Di questo ha bisogno Milano, non di un sindaco attento solo ai salotti, all'ambientalismo di facciata, all'immagine del centro storico. Milano ha grandi problemi, dal traffico all'ambiente, dalla sicurezza al decoro urbano, che non si risolvono improvvisando qualche pista ciclabile. Deve tornare alla sua vocazione naturale, di città attrattiva, la prima italiana non solo per reddito ma per capacità di guardare al futuro, progettare, trasformarsi sempre». E per Bernardo c'è l'appoggio di tutta la coalizione, dice Berlusconi, perché al di là delle «valutazioni diverse su questo governo», valori importanti uniscono. Il programma del candidato sindaco, «approfondito e articolato, elaborato per mesi con un gruppo di esperti guidato dalla nostra Cristina Rossello», consentirà di restituire alla città l'energia persa.
Berlusconi, dunque, è di nuovo in campo anche se, precisa Tajani, «si sta riprendendo, però non può fare campagna attiva, ama Milano ma i medici gli chiedono di essere prudente».
Viene presentato lo slogan «Insieme ci prendiamo cura di Milano», mentre il simbolo è un Duomo stilizzato con pennellate di colore. Il candidato parla del programma, che presto sarà presentato: «La sicurezza rappresenta tante priorità: la sicurezza dell'occupazione, dei più deboli, per la donna che esce la sera, soprattutto quella sicurezza sulla piste ciclabili. Non si possono fare piste ciclabili disegnate a mano libera, ci vuole organizzazione».
Anticipare le amministrative? «Il calendario vaccinale sta correndo verso la copertura di gregge e prego l'ex sindaco -così chiama Sala- di non utilizzarlo come caso politico» , risponde.
Poi sottolinea: «I nostri progetti non sono per l'oggi o il domani, ma per il 2030 e oltre. Il vicesindaco? «Ritengo - taglia corto Bernardo- che debba essere una scelta dei partiti insieme. Abbiamo la fortuna di essere molto solidi».
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