Centrodestra avanti in 13 città. L'analisi del voto in vista dei ballottaggi

Oltre ad aver già conquistato Frosinone, il centrodestra è in vantaggio in altre 13 città contro le sei del centrosinistra

Centrodestra avanti in 13 città. L'analisi del voto in vista dei ballottaggi

Il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi l'aveva detto chiaro e tondo: "Il centrodestra unito vince". E l'ha ribadito anche all'indomani delle elezioni amministrative. La fotografia che esce dalle urne infatti è chiara. Allo stato attuale, prendendo in esame i 25 capoluoghi di provincia in cui si è votato, il centrodestra unito è in netto vantaggio. Se il centrosinistra si è aggiudicato al primo turno Palermo e Cuneo, il centrodestra ha preso Frosinone. Delle restanti 22 città, il centrodestra è in vantaggio in 13 ballottaggi (Asti, Como, Padova, Verona, Genova, La Spezia, Piacenza, Rieti, Lecce, Taranto, Catanzaro, Oristano, Gorizia), mentre il centrosinistra solo in 6 (Alessandria, Monza, Lodi, Lucca, Pistoia, Aquila). Le tre città che restano (Parma, Trapani e Belluno) vedono invece in vantaggio le liste civiche.

Insomma, non c'è solo il calo del Movimento 5 Stelle come dato certo. Adesso sembra essere proprio il centrodestra ad avere in mano il pallino del gioco elettorale capovolgendo i rapporti di forza del passato.

Il flop del M5s

Il partito che esce con le ossa rotta, sebbene Beppe Grillo minimizzi, è il Movimento 5 Stelle. Confrontando i dati con le politiche del 2013, come fatto ad Alessandria, Piacenza e Pistoia, emerge "la pesantissima emorragia verso l'astensione subita dal M5s. Perdite verso l'astensione emergono, rispetto alle politiche, anche nel campo del Pd e del Pdl". È la fotografia scattata dall'Istituto Cattaneo che ha svolto analisi sui flussi elettorali nelle città di Alessandria, La Spezia, Padova, Piacenza e Pistoia. Mettendo a confronto i dati relativi alle amministrative del 2017 con quelle delle precedenti amministrative del 2012 (o 2014, nel caso di Padova) emergono alcuni elementi ricorrenti. "In primo luogo - emerge dall'analisi dell'Istituto Cattaneo - il bacino dei candidati di centrosinistra ha subito, in diverse città, significative perdite verso l'astensione (tra i cinque comuni qui considerati, Alessandria è l'unica eccezione)". "Dal bacino di centrosinistra si notano inoltre flussi diretti verso altre forze politiche - osserva l'Istituto Cattaneo - In secondo luogo, nelle città considerate, il centrodestra ha saputo mantenere maggiormente serrati i propri ranghi". "Per quel che riguarda, infine, il bacino dei candidati M5s si osserva una dispersione in tante direzioni diverse - aggiunge - Si assiste così a una ristrutturazione della composizione dell'elettorato di questa forza politica".

A La Spezia, dove sono possibili le stime sulle precedenti amministrative (2012), si osserva "anzitutto la consistente perdita verso l'astensione del bacino del candidato di centrosinistra (nel 2012 era Federici) - spiega l'Istituto Cattaneo - Da questo bacino si osservano inoltre uscite di flussi significativi anche verso il più diretto avversario (Peracchini del centrodestra) e verso il candidato del M5s (Del Turco). Il candidato di centrodestra Peracchini, oltre ad aver rubato direttamente voti al bacino del centrosinistra, recupera una quota consistente di voti dal bacino del non-voto. L'elettorato di quello che nel 2012 fu il candidato del M5s (Merenda) si disperde in tante direzioni e, fra di esse, quella che raggiunge il nuovo candidato della formazione grillina non è la più consistente".

A Padova, rispetto alle precedenti amministrative, si nota "la significativa emorragia di voti dal bacino del candidato di centrosinistra verso l'astensione", la "maggiore capacità di tenere serrati i ranghi da parte dell'elettorato di centrodestra" e "la dispersione degli elettori del bacino cinquestelle in numerose direzioni diverse". A Piacenza la fedeltà dell'elettorato del centrosinistra rivela, secondo l'Istituto, alcune falle. Dal bacino che nel 2012 aveva premiato il candidato di questa coalizione (Dosi) vi sono flussi di una certa rilevanza che si riversano in varie direzioni: l'astensione (4,3% dell'elettorato), il candidato di centrodestra Barbieri (4,6%), il candidato "civico" Trespidi (3,7%) e il candidato pentastellato Pugni (2,3%). Molto più fedele è l'elettorato di centrodestra, che non ha perdite rilevanti verso il non-voto, ma cede comunque quote di un certo rilievo a Rizzi (centrosinistra) e al "civico" Trespidi.

Anche a Pistoia, spiega l'Istituto, le analisi sulle dinamiche tra le amministrative del 2012 e quelle del 2017 evidenziano i seguenti risultati: "le consistenti perdite del bacino di centrosinistra verso l'astensione, la maggiore capacità del centrodestra di tenere serrati i propri ranghi, la dispersione del bacino del M5s in molte direzioni diverse".

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