I l giorno dopo aver chiuso la Festa dei Patrioti a Palombara Sabina, Giorgia Meloni riceve una nuova consacrazione: l'ultimo sondaggio Ipsos la dà in forte crescita, facendo toccare al suo partito il record con il 18 per cento dei consensi. La crescita di Fratelli d'Italia è ben superiore alla somma delle piccole perdite dei due partiti alleati. La Meloni infatti aumenta dell'1,7% mentre la Lega di Salvini scende di uno 0,9 (sempre primo partito al 23,1) e Forza Italia perde appena lo 0,3% (fermandosi a 6,9%). Segno questo che se da un lato risulta, per il pubblico interrogato dai sondaggisti, sempre più convincente la politica di Fratelli d'Italia, dall'altro la coalizione si mantiene solida e forte di un consenso che da mesi si attesta intorno al 50%.
Un successo, quello della Meloni, che il suo collega di partito Marco Silvestroni giustifica con una semplice ricetta. «Giorgia ha sempre avuto una sola parola e ha sempre e solo chiesto un governo che abbia legittimità prima in patria e poi in Europa».
Nel pieno di una campagna elettorale questa nuova analisi demoscopica dimostra senza dubbio che la scelta del centrodestra di marciare compatta verso il traguardo del prossimo turno elettorale può portare ottimi frutti.
E non sono solo i sondaggi a prevederlo. Ci pensano anche le risse all'interno della coalizione giallorossa a rendere pessimistiche le visioni elettorali dei dirigenti del Pd e dei massimi esponenti del Movimento grillino. Anche perché nel corso della campagna elettorale capiterà di certo di dover affrontare temi sui quali i maggiori partiti della coalizione (ma anche i renziani di Italia viva) hanno opinioni molto differenziate.
Solo per fare un esempio: in Liguria non sarà possibile evitare in campagna elettorale il tema della Gronda. Si deve realizzare? Non si deve realizzare? I partiti del centrodestra reclamano in perfetto sincrono la necessità di questa opera. Dall'altra parte (dove la candidatura del giornalista Ferruccio Sansa è arrivata dopo una sofferta incubazione) i grillini si mostrano titubanti mentre il Pd e, soprattutto, Italia viva spingono per la sua realizzazione.
Ma ci sono regioni dove gli accordi elettorali non sono stati raggiunti. E in un caso - quello della triplice candidatura in Puglia - a spaccarsi non è soltanto la maggioranza ma anche lo stesso Movimento fondato da Grillo. Da un lato il capo politico Vito Crimi conferma che in Puglia (come anche nelle Marche) «non ci sono le condizioni per un'alleanza con il Pd», dall'altro il sottosegretario grillino alla Presidenza del Consiglio Mario Turco vede la questione in modo differente. «Avere continuità governativa - spiega il parlamentare pugliese - farebbe bene alla mia regione come al Paese». Al netto di sorprese dell'ultimo momento, sarà la grillina Antonella Laricchia a sfidare il governatore uscente Michele Emiliano.
A loro fianco, però, Italia viva ha già scelto un terzo candidato: Ivan Scalfarotto (che guarda la «governo Vendola» come a un «ottimo modello»).Al netto della Liguria (dove ovviamente i tre partiti della maggioranza dovranno cercare di non pestarsi i piedi su grandi opere e infrastrutture), in tutte le altre regioni correranno divisi.
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