Dalla sanità alle infrastrutture al nodo immigrazione a Nordest, il governatore uscente Massimiliano Fedriga cerca la riconferma a governatore del Friuli Venezia Giulia nelle elezioni di domani e lunedì. Una partita a quattro nella Regione a Statuto speciale, dove l'uomo forte della Lega corre per agguantare il secondo mandato, un'impresa che non era riuscita ai suoi predecessori, con Renzo Tondo sconfitto da Debora Serracchiani, che al termine dei cinque anni aveva deciso di non ricandidarsi. Sfidano Fedriga, Massimo Moretuzzo per il centrosinistra, Alessandro Maran per il Terzo Polo, e Giorgia Tripoli, di Insieme Liberi.
I sondaggi lasciano poco margine ai rivali di Fedriga, uomo di punta di quella Lega dei governatori che compone l'ala moderata del Carroccio, e forte di un consenso civico personale che è anche la base elettorale solida della sua lista «Fedriga Presidente». Che «si aggiunge alla coalizione di centrodestra, è complementare a tutte le forze e non alternativa, mi auguro possa portare un valore aggiunto alla coalizione stessa», ha spiegato lui stesso. Una mossa che nasce anche dallo scacchiere nazionale, con la probabilità che la Lega, visto il risultato delle Politiche, venga superata da Fratelli d'Italia. Un successo con la propria lista civica, con cui sono candidati anche diversi leghisti, significherebbe mantenere le redini del centrodestra regionale.
La campagna elettorale si chiude con la rivendicazione di quanto fatto in cinque anni. Il governatore uscente punta sui numeri: dalla crescita in 10 anni, «2,9% contro lo 0,3% nazionale», alla disoccupazione, perché «come regione abbiamo il dato più basso degli ultimi 15 anni. Per la prima volta abbiamo fermato il crollo demografico della nostra regione nel 2022: il numero dei nati, ha superato di due unità il numero di decessi». Sulla logistica «abbiamo investito moltissimo» col porto ferroviario di Trieste primo in Italia all'intesa con l'Austria. Resta il nodo migranti, con la rotta balcanica che arriva a Trieste, su cui Fedriga promette una «feroce lotta ai trafficanti». Lo attacca invece sulla sanità lo sfidante Massimo Moretuzzo citando dati, come quelli sulle «1.300 dimissioni di medici e operatori dal 2020 a luglio 2022. Il rischio è il completo depauperamento del settore. Ci vuole serietà, e ripartire dalla sanità che deve essere pubblica».
Lui replica con gli investimenti sui cinque anni cresciuti «dai 200 milioni a un miliardo» e con il dato di fuga dei medici inferiore a quello nazionale. In Fvg arriva anche Matteo Salvini: »Non c'è due senza tre. Il 2023 è cominciato con due vittorie del centrodestra. Adesso aspettiamo la terza vittoria».
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