Cerberus, Centaurus, Gryphon. Sui social ci si è divertiti a inventare nomi, per rendere più comprensibili le sigle delle sottovarianti di Omicron, soprattutto perché oramai la pandemia sembrava superata. Così anche se XBB.1.5, cioè Gryphon, ricombinante di Ba.2.10.1e Ba.2.75 (Centaurus), con 14 mutazioni aggiuntive nella nota proteina Spike Ba.2 di ancoraggio alle cellule sia presente in Europa già da ottobre e non è arrivata ora dalla Cina, ha destato interesse solamente negli esperti. Ancora oggi, secondo l'ultimo bollettino (survey) dell'Istituto Superiore di Sanità (dal 14 novembre 2022 al 25 dicembre 2022) non sarebbe più patogenica ma potrebbe eludere meglio l'immunità da infezione o da vaccino, e per questo diffondersi più rapidamente.
La sua presenza è per ora bassa: solo 36 sequenze rilevate (su oltre 1.500 totali), 2 in meno della precedente rilevazione. Nella corsa continua delle sottovarianti per scavalcarsi a vicenda, la principale a livello globale è Cerberus, o BQ1: data in forte crescita anche da noi (sempre nell'ambito di Omicron). L'ultima survey dell'ISS evidenzia un «significativo aumento», arrivando a rappresentare il 64,1% (era 30,7% nella precedente indagine), sul totale dei campioni BA.5. «La variante BQ.1 è attenzionata a livello internazionale - sottolinea l'ISS - per la presenza di ulteriori mutazioni rispetto a BA.5, quali la R346T, nella sequenza codificante la proteina Spike, mostrando un significativo vantaggio di crescita rispetto ad altre varianti». Benché queste Varianti di Interesse (VOI) per il momento non abbiano dato nessuna prova sulla trasmissibilità e sulla gravità, mentre è aumentato l'impatto sull'immunità, come riporta il sito del Centro Europeo per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie (ECDC), la situazione è «ancora preliminare e associata a grande incertezza», da qui la puntuale attenzione a cominciare dall'Italia.
È comune in tutte la tendenza ad attaccare prevalentemente le vie aeree superiori, causando mal di gola, raffreddori e febbri, e risparmiare quelle inferiori, e quindi le polmoniti interstiziali. Il problema è nella grande capacità di contagio che, sui grandi numeri e in popolazioni non protette da precedenti esposizioni o vaccinazioni, può portare affanno ai sistemi sanitari, più decessi soprattutto tra i fragili e il rischio di qualche ricombinazione pericolosa. Per adesso Omicron 5 rimane comunque predominante, anche se preoccupa la cugina Omicron 2 (o BA.2), spinta dalla sottovariante Centaurus: «Tra le 95 BA.2 evidenzia il report ISS - sono stati identificati 25 sotto-lignaggi, oltre a quello BA.2. Si segnala la presenza di 75 sequenze riconducibili a BA.2.75 (Centaurus) e relativi sotto-lignaggi». Quindi al momento la variante Omicron rappresenta il 99,95% dei sequenziamenti depositati e il restante 0,05% è da attribuire a ricombinanti Delta/Omicron. Il lignaggio BA.5 risulta predominante (91,09%, contro lo 0,05% di BA.1, il 5,5% di BA.2, lo 0% di BA.3 e lo 0,7% di BA.4). All'interno del lignaggio BA.5 sono stati identificati 151 differenti sotto-lignaggi. Tra questi i più frequenti sono BQ.1.1, il cosiddetto Cerberus (30,84%), BF.7 (10,31%), BQ.1 (5,24%). Pochissime le sequenze depositate di BA.2.75, il cosiddetto Centaurus, corrispondenti allo 0,2% del totale.
Inoltre, afferma l'Iss, «si continua a monitorare anche la circolazione del ricombinante XBB (ricombinante dei sotto-lignaggi BA.2.10.1 e BA.2.75) e dei relativi sottolignaggi, appunto Gryphon», fermo intorno al 2% oramai da qualche mese.
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