Che ci faceva Poletti a cena con Buzzi?

In una foto del 2010, pubblicata dal Messaggero, si vede l'allora presidente di Lega Coop al tavolo con Alemanno, Buzzi e un Casamonica

Che ci faceva Poletti a cena con Buzzi?

Galeotta fu una fotografia. Un’istantanea scattata nel 2010 chissà da chi (i selfie erano ancora lontani) che lo ritrae a un tavolo bipartisan, assieme a compagni di partito e “nemici” giurati. Cosa ci faceva l'attuale ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Giuliano Poletti con Salvatore Buzzi, arrestato ieri nell’ambito dell’operazione “Mondo di Mezzo”, l’ex sindaco di Roma Gianni Alemanno, l’ex ad dell’Ama Franco Panzironi, anche lui in manette nella stessa inchiesta su mafia e appalti pilotati nella capitale, l’assessore capitolino alla Casa Daniele Ozzimo e il deputato Pd Umberto Marroni?

Sarà un caso, vista la compagnia, ma sullo sfondo, seduto a un altro tavolo, un esponente del clan dei Casamonica in semilibertà, Luciano, al ristorante con una maglia azzurra (sic) dell’Italia. A pubblicarla il quotidiano romano “il Messaggero”, ripresa all’istante dal sito Dagospia. Poletti, classe 1951, dopo essere stato dirigente d’azienda e presidente della Legacoop dallo scorso febbraio fa parte del governo Renzi. Una carriera che inizia dalla gavetta la sua: figlio di contadini, si diploma perito agrario. “Lo so bene cos’è il lavoro - dirà salendo al colle del Quirinale - sono nei campi da quando ho sei anni”. Con la tessera del Pci viene nominato assessore all’Agricoltura e alle Attività Produttive di Imola fino al 1979. Nel decennio successivo è segretario del Pci nella stessa città per poi iscriversi, successivamente, al Pds con cui viene eletto nel consiglio provinciale.

Tra il 1992 e il 2000 è presidente di Efeso, l’ente di formazione della Legacoop dell’Emilia Romagna. Nel 2002 diventa presidente nazionale di Legacoop. Grande appassionato di pallamano, dove ha militato in prima squadra nel Romagna Handball, quando viene designato ministro dal premier Renzi rinuncia allo stipendio da quasi 200mila euro come presidente della Legacoop per guadagnare meno. Di lui non si sa molto: molti compagni di partito (oggi è però indipendente) ne parlano come un uomo del dialogo. Tollerante, calmo, spesso schivo e sicuramente poco mondano.

Eppure resta il mistero di quella cena romana con personaggi del calibro di Buzzi, 59 anni, numero uno della cooperativa “29 giugno”, braccio operativo dell’organizzazione criminale guidata dal “nero” Massimo Carminati. Fra le priorità del ministro Poletti, una volta entrato a Palazzo Chigi, erano jobs act, disoccupazione giovanile, lavoro, cassa integrazione, esodati.

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