"Tra cinque settimane rivedremo la normalità"

Il fisico: tra vaccini e guariti ora protetto il 30% della popolazione. Ma serve un ultimo sforzo

"Tra cinque settimane rivedremo la normalità"

«Il rischio ragionato del premier Draghi funziona, la sua strategia è razionale, ci sta portando fuori dal tunnel. Lui ha voluto la prima apertura, quella quasi completa della scuola, già il sei aprile, mettendo in circolazione milioni di persone. Ma questa scelta non ha fatto rialzare l'Rt che, anzi, scende sempre di più. E questo grazie alla politica dei piccoli passi ponderati e alla vaccinazione di massa che sta procedendo bene e in maniera progressiva». Roberto Battiston, professore di Fisica e grande analista della pandemia dal suo esordio, è cautamente ottimista dopo mesi in cui è stato molto negativo sulle prospettive di uscita dal Covid. Oggi, nonostante i contagi e i morti quotidiani, vede la fine del tunnel già tra poche settimane.

I vaccini danno i primi frutti?

«Il vaccino sta facendo un lavoro egregio. Oggi il 20% della popolazione ha ricevuto una o due dosi, che significa bassissima probabilità di infezione ma anche bassa trasmissibilità del virus. Poi va aggiunto un 10% della popolazione una stima prudenziale - che ha contratto il virus nella seconda ondata. Quindi, attualmente, il 30% , cioè circa 18 milioni di italiani sono protetti dalla malattia. Ecco perché l'Rt nazionale continua a scendere».

In pratica cosa succede?

«E come se un positivo che incontra 100 persone nella settimana in cui è contagioso, di fatto ne incontrasse solo 70 perché le altre 30 il virus non le vede. E se in quel momento si registrasse un Rt uguale a 1, l' Rt reale sarebbe più alto del 30%. Ormai l'effetto è molto importante. E ogni giorno che passa la situazione migliora».

Il commissario Figliuolo punta a alle 500 mila iniezioni quotidiane entro la settimana prossima.

«Significa che in un giorno e mezzo vacciniamo l'1% degli italiani, in 15 giorni 6 milioni, cioè il 10% in più e in 30 giorni il 20% in più. Così prima della fine di maggio ci saranno 4 vaccinati su dieci. Se ci aggiungo anche il 10% dei guariti siamo al 50% degli immunizzati».

Si bloccheranno anche i morti quotidiani?

«Da sei mesi il rapporto tra morti e contagiati quotidiani è di circa 1 a 1200 casi. E avendo poco meno di 500 mila infetti in circolazione siamo condannati a veder morire più di 300 persone al giorno. Se non abbassiamo il numero degli infetti attivi le vittime non caleranno».

Dunque i vaccini non bastano.

«Non ancora. Ora dobbiamo supportare la campagna vaccinale adottando un percorso ragionevole. Coloro che protestano hanno le loro ragioni, ma occorre tenere presente il costo in termini di vite umane. Tutto sommato vale la pena di fare dei sacrifici ancora per un mese: così si potrà affrontare l'estate riconquistando una sostanziale libertà. E sarebbe una vera boccata di ossigeno per l'economia e il turismo. Al contrario, una recrudescenza del virus farebbe scappare tutti i turisti».

Quali sono le sue proiezioni?

«Tra 5 settimane, se le riaperture procedono con prudenza, se si continua a vaccinare rapidamente e non ripartono le infezioni, avremo un Rt molto più basso dell'attuale, e più della metà degli italiani saranno immunizzati: sarà come indossare virtualmente delle supermascherine senza vederle. E torneremo verso la normalità a grandi passi».

Da domani zona gialla per molte regioni italiane. È diverso dal passato?

«Certamente, grazie ai vaccini. Ma non solo.

Draghi ha fissato un margine di sicurezza, di aperture graduali e successive verifiche. Ed è così che si deve procedere. Se si esagera, succede quello che è avvenuto prima di Natale: due settimane in giallo ha bloccato la decrescita di un duro lockdown e ha fatto partire la seconda ondata».

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