La democrazia rappresentativa potrebbe essere a rischio con il taglio dei parlamentari se non si mette mano a una riforma completa con opportuni correttivi. Il concetto è stato espresso dal costituzionalista Francesco Clementi in un’intervista alla Stampa.
Il docente ha spiegato che “una riduzione dei parlamentari senza i necessari interventi di riequilibrio significherebbe sacrificare pesi e contrappesi sull’altare di un populismo illiberale. Sarebbe in gioco la democrazia rappresentativa - ha continuato -. E il Paese viene prima dell’interesse elettorale di qualsiasi partito”.
Clementi ha poi evidenziato che tagliare di un terzo il numero dei parlamentari non significa che le spese delle due Camere scenderanno di pari passo. E ritiene una cosa sbagliata considerare uno spreco la rappresentanza politica. La democrazia ha infatti dei costi, ha ricordato il professore universitario. Secondo Clementi occorre che la riforma venga completata. “Bisogna attendere tre mesi - ha proseguito il docente - per consentire a 500 mila cittadini, oppure a 5 consigli regionali o a un quinto dei membri di Camera e Senato, di chiedere eventualmente un referendum confermativo sul taglio dei parlamentari".
Avendo ascoltato il dibattito parlamentare, il professore crede che qualcuno chiederà il referendum.
E ha aggiunto che dopo la presentazione della richiesta referendaria la Cassazione controllerà le firme. Se verrà dato l'ok, su indicazione dell'esecutivo, il presidente della Repubblica fisserà la data della consultazione in una domenica compresa tra il cinquantesimo e il settantesimo giorno successivo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.