«Non ho deciso, ma sono molto ottimista, non deluderò chi mi ha dato fiducia». Silvio Berlusconi va avanti consapevole dei rischi della partita quirinalizia che lo attende, senza alcuna intenzione di arrendersi. Ieri il presidente di Forza Italia ha tenuto ad Arcore il classico pranzo del martedì con famiglia e manager e ha ribadito le sue intenzioni. L'idea di fondo è di giocarsi la partita fino alla quarta votazione e cercare di far maturare giorno dopo giorno le condizioni per tagliare il traguardo.
Nella giornata di ieri si è creata un po' di confusione per via di una dichiarazione di Vittorio Sgarbi a Un Giorno da Pecora. Il critico d'arte si è detto convinto che l'operazione Quirinale si sia «fermata oggettivamente. Credo che questa pausa dipenda dal fatto che starà pensando se c'è una via d'uscita onorevole, con un nome a lui gradito, forse Mattarella». Una sortita subito stoppata da Antonio Tajani. «Sgarbi non è il portavoce di Silvio Berlusconi ma risponde a se stesso. Il centrodestra è ancora tutto a sostegno di Berlusconi la cui candidatura al Quirinale non ha alternativa».
Il centrodestra a questo punto dovrà verificare le proprie intenzioni nel nuovo vertice fissato per la giornata di domani. È chiaro tra Lega e Fratelli d'Italia, qualora la candidatura Berlusconi non andasse in porto, la competizione per intestarsi il ruolo di kingmaker sarà forte. Matteo Salvini ha suscitato qualche fibrillazione dichiarando che entro lunedì «sapremo degli incontri e dei conti di Silvio Berlusconi, la Lega farà una proposta che penso potrà essere convincente per tanti, se non per tutti». Il leader del Carroccio ha comunque smentito di essere pronto a mettere in campo un «piano B» anche se i nomi di Marcello Pera o Letizia Moratti vengono tenuti come possibili carte di riserva. «Se ci saranno i numeri il centrodestra lo appoggerà lealmente, per profilo istituzionale e storia. Nel caso non dovesse sciogliere le riserve o avere i numeri dovremo trovare un altro nome su cui possano convergere anche gli altri» dice a Rai Radio1 il capogruppo della Lega Riccardo Molinari. Ma è soprattutto Giorgia Meloni, ospite di Porta a Porta, a dare una indicazione chiara sulla volontà della coalizione. «Credo che dovremmo riunirci tutti i giorni fino alla fine di questa annosa vicenda. Dopo il vertice si avranno le idee più chiare e anche Berlusconi le avrà. Ma per me è fondamentale che il centrodestra sia compatto in questa partita dall'inizio alla fine, sia se la candidatura di Berlusconi andrà avanti sia se non andrà avanti. Berlusconi risponde all'identikit di chi può difendere la sovranità italiana e gli interessi italiani». E Francesco Cannizzaro, responsabile nazionale di Forza Italia per il Sud, fa notare che «il Sud vuole Berlusconi e lo considera la figura che meglio riesce a incarnare l'indispensabile conciliazione tra forze settentrionali e meridionali». Di certo nel vertice di domani bisognerà anche definire la strategia da tenere nelle prime votazioni, se procedere con la scheda bianca o iniziare a testare il nome di Berlusconi. Sullo sfondo c'è sempre l'ombra della candidatura Draghi che continua ad aleggiare.
E c'è chi dalle parti di Montecitorio dà una lettura della corsa quirinalizia già orientata sull'eventuale nascita di un nuovo governo. «La trattativa in questo momento sembra già essere più sul futuro sottosegretario ai Trasporti piuttosto che sul nuovo presidente della Repubblica».
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