Il comico Dado pestato dall'ex di sua figlia

Il comico Dado pestato  dall'ex  di sua  figlia

Un pugno in faccia gli ha rotto il naso. Il comico Dado, nella vita reale Gabriele Pellegrini, è stato pestato sotto casa sua a Roma e ha avuto trenta giorni di prognosi. A pestarlo lo stalker di sua figlia.

«Spero che raccontare questa vicenda possa evitarne il ripetersi - ha raccontato in un'intervista a la Repubblica -. E vorrei che si insegnasse ai ragazzi l'educazione, così rara di questi tempi«.

La figlia, Alice dall'autunno aveva una storia col classico bello e dannato della scuola, di diciassette anni. «Nei giorni in cui si lasciavano - racconta Dado - arrivavano da lui messaggi sui social e in chat, minacce, offese. Mia figlia veniva trattata come una donna di strada, ed è andata sempre peggio: una volta io mi sono ritrovato con la gomma della macchina bucata, Alice con gli occhiali da sole spaccati nel cortile della scuola. Gli insulti che le sono stati rivolti anche sui social erano davvero pesanti e volgari».

Proprio per questo Pellegrini era andato a parlare con la famiglia del ragazzo e con i vertici della scuola, che lo aveva sospeso con obbligo di frequenza. Ma la situazione non era migliorata. Così aveva consultato un avvocato e le forze dell'ordine. Ma è stato inutile.

«Eravamo al cinema, vicino a casa, all'Eur - ha spiegato -. Le è arrivato un messaggio di lui: Vengo a riportarti tutti i tuoi regali. Alice ha risposto: Per me puoi bruciarli. Una serie di Whatsapp e poi il ritorno a casa». La ragazza è rimasta in strada a giocare con i suoi amici e mentre il comico era con la moglie in casa, ha sentito insulti verso la ragazzina. «Ci siamo affacciati e abbiamo riconosciuto la minicar del ragazzo, così gli abbiamo detto di andarsene. La sua risposta a me è stata: Scendi che te meno». Quando l'uomo è sceso ha fotografato la targa della macchinina, ma il ragazzo ha cercato di investirlo.

«Mi sono spostato - dice Dado - lui è ripartito e a quel punto mi ha dato il pugno, direttamente dal volante, allora ho scelto di rendere pubblica la storia, mi sono fotografato dopo il pugno e ho denunciato quel ragazzo».

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