Commissione banche: Pd, centrodestra e M5S divisi sulle colpe del crac

Ma lo stop a porte girevoli e la riforma della vigilanza dovrebbero essere votati da tutti

Commissione banche: Pd, centrodestra e M5S divisi sulle colpe del crac

Roma - Stop alle «porte girevoli» tra Banca d'Italia, authority indipendenti, politica e istituti di credito, rafforzamento della tutela dei risparmiatori e istituzione di una procura contro i reati finanziari. Si tratta di alcune delle proposte condivise tra i gruppi parlamentari che saranno recepite dalla relazione finale della commissione d'inchiesta sulle banche la cui pubblicazione è attesa entro il 27 gennaio. Il calendario degli ultimi lavori è stato definito ieri dall'Ufficio di presidenza guidato da Pier Ferdinando Casini. «Davanti a tanti risparmiatori in difficoltà avere un documento che abbia un impianto di proposte unitarie, è positivo», ha spiegato.

Il vicepresidente della Commissione e capogruppo di Forza Italia alla Camera, Renato Brunetta ha sottolineato che si ricercherà un percorso condiviso e nella prossima riunione, che dovrebbe svolgersi il 10 gennaio, «si punta a raggiungere l'unanimità». Tra le altre priorità sulle quali si è registrato un largo consenso vi è anche «il rafforzamento del coordinamento delle autorità di vigilanza, la revisione dei rapporti con l'Europa e il monitoraggio della gestione dei derivati da parte del Tesoro», oltre alla supervisione sui potenziali conflitti di interessi tra banche e agenzie di rating.

Il documento finale dovrebbe, quindi, strutturarsi in una premessa condivisa relativa all'attività svolta dalla Commissione tra audizioni e acquisizioni documentali, una parte centrale di maggioranza sulle responsabilità dei dissesti e una parte conclusiva con le proposte. Resta da stabilire se le relazioni di minoranza (il centrodestra unito e il Movimento 5 Stelle intendono presentare le loro conclusioni in merito) saranno incluse nel corpo centrale oppure se saranno allegate.

«La prima esigenza - aggiunge Brunetta - è dare una risposta al mezzo milione di famiglie truffate affinché non solo questi fatti non si verifichino più, ma sia anche garantito un ristoro a chi ha perso tutto e non ha ricevuto nessuna compensazione: è il nostro lascito al prossimo Parlamento e al prossimo governo». L'intenzione, quindi, è quella di non disperdere nelle polemiche un lavoro intenso seppur effettuato in un tempo alquanto limitato e condizionato da un clima fortemente demagogico.

L'escamotage circa la separazione delle parti nelle quali si individuano le responsabilità politiche potrebbe consentire, salvo sorprese dell'ultima ora, a maggioranza e opposizione di superare l'impasse che si era profilata nel periodo pre-natalizio. I grillini, infatti, hanno utilizzato le dichiarazioni rese dal governatore Ignazio Visco, dall'ex ad di Unicredit, Federico Ghizzoni, e dal ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan per accusare il sottosegretario Maria Elena Boschi e tutto il «Giglio magico» renziano di un evidente conflitto di interessi sul caso Etruria.

Dall'altra parte, le sparate del presidente Pd, Matteo Orfini, contro la Banca d'Italia hanno irritato la ridotta centrista che sostiene il governo. Il centrodestra, infine, avrà modo di denunciare nuovamente il «dolce colpo di Stato» dello spread che causò la caduta del governo Berlusconi nel 2011.

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