Condono tombale, azzeramento dei tributi fino a luglio e un sostegno che permetta ad autonomi, piccole imprese, commercianti, free lance, di superare il periodo più critico per le ricadute da Coronavirus. Eugenio Filograna è un imprenditore (sua l'operazione che portò in mani italiane il gruppo tedesco Polstalmarket) ed ex parlamentare. Con il sito e la sua pagina Facebook dedicata ad autonomi e partite Iva sta raccogliendo storie e proposte di una categoria che la crisi da coronavirus rischia di distruggere. «Le partite Iva, le piccole aziende e gli autonomi rappresentano il 90 percento dell'economia italiana, ora hanno bisogno di un aiuto. Le grandi aziende, anche con l'aiuto della cassa integrazione se la caveranno gli altri no».
Il governo sta mettendo a punto delle proposte puntate proprio sugli autonomi...
«Si parla di un bonus da 350, 500 euro. Forse 600. Ma è una cifra assolutamente insufficiente. Ne servono almeno 5.000, se consideriamo che la cifra pensata dal governo non basta nemmeno per pagare l'affitto di un negozio o di uno studio. Non si può ignorare il fatto che i costi continuano a correre in questi giorni. I fornitori devono essere pagati, ma gli incassi sono azzerati. Le partite Iva sono persone, mantengono famiglie e devono arrivare a fine mese».
Ci sono state pressioni sul governo per fare rinviare il saldo dell'Iva che sarebbe scaduto lunedì. Anche i vari rinvii fiscali che il governo si appresta a varare non sono sufficienti?
«No. Un punto qualificante della petizione che abbiamo lanciato online sul nostro sito e sulla pagina Facebook è l'azzeramento di tutti i tributi e anche dei contributi fino al luglio di quest'anno. Poi per il passato, un condono tombale fino al 2019».
Misure che rischiano di essere poco popolari...
«Se vogliamo azzerare tutto è l'unico modo. Ed è anche l'unico modo per trovare le risorse necessarie ad aiutare i lavoratori autonomi. Vedo che i sindacati delle grandi aziende chiedono la cassa integrazione a zero ora. Se le imprese per le quali lavorano riescono a restare aperte, lavorino. Capisco il rischio ma rischiamo tutti».
Altre proposte per fare usciere le partite Iva dalla crisi da Coronavirus?
«Nel programma del suo movimento c'è l'azzeramento della tassazione e del minimale Inps per i redditi fino a 100 mila euro, una aliquota Inps e una tassazione sul fatturato dell'1% per quelli fino a 350 mila. Se si vuole risolvere il problema della disoccupazione questa è la strada. Poi una amnistia generale. La situazione nelle carceri è esplosiva e con il virus rischia di diventare insostenibile. L'amnistia servirebbe a ripartire da zero anche sulla giustizia, eliminando il lavoro arretrato dei tribunali».
Le sue sono proposte molto radicali..
«Ci sentiamo abbandonati dal governo e in questo momento ancora di più.
Stiamo pensando anche a fondare un partito. Non ci riconosciamo in associazioni di categoria che rappresentano il 10 per cento delle imprese. Dobbiamo tutelarci per non scomparire ed è interesse di tutti non farci scomparire».
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