Conte è già sulla graticola: "Sa chiederci solo soldi"

Nell'ultima riunione del Movimento 5 Stelle, molti parlamentari hanno criticato le richieste del leader in pectore: "Chiede soldi senza spiegare il progetto"

Conte è già sulla graticola: "Sa chiederci solo soldi"

Adesso Giuseppe Conte deve fare i conti, nel vero senso della parola, con il Movimento 5 Stelle. La questione non è proprio di secondo piano: riguarda le risorse a disposizione del nuovo progetto. Perché molti parlamentari sono intenzionati a proseguire la “fronda della restituzione”, senza ridare indietro i mille euro che dovrebbero finanziare il M5S a trazione contiana, secondo quanto previsto dal regolamento interno.

Il caso è scoppiato, in maniera fragorosa, nell’ultimo incontro online promosso dal reggente, Vito Crimi, ormai vero braccio destro dell’ex presidente del Consiglio nell’operazione per il rilancio del Movimento. Fin dalle prime parole, Crimi ha cercato di infondere ottimismo, illustrando il meccanismo dei nuovi strumenti a disposizione. Ma l’intenzione di incoraggiare deputati e senatori è naufragata contro i malumori crescenti. Anche il capogruppo alla Camera, Davide Crippa, secondo quanto apprende IlGiornale.it, avrebbe manifestato, seppure senza trascendere in toni polemici, le proprie remore. Una difesa soft e argomentata dei frondisti, che dissentono sull’opportunità di destinare mille euro al mese per qualcosa di cui, al momento, non si sa nulla.

Soldi in cambio di chiarezza

Un clima teso, insomma. Spiega una fonte interna: “Ma, oggettivamente, è una cosa normale chiedere un sostegno economico, senza aver avuto mai un minuto di confronto, un po’ di dibattito, sulla struttura del Neo-Movimento, come lo chiamano tutti?”. Il senso del ragionamento è: sarebbe necessario fare una fotografia in meno mentre si mangia la pizza a Napoli e una riunione in più con i gruppi parlamentari. Perché è a loro che viene chiesta di mettere mano al portafogli. Un altro deputato si lamenta: “Qua ci sono persone che hanno sempre restituito tutto, fino all’ultimo centesimo, dall’inizio della scorsa legislatura. Non sono accusabili di volersi tenere i soldi, ma la questione è proprio di rispetto reciproco”. Tradotto: fino a quando Conte non mostrerà le carte, compresa la deroga al secondo mandato, può scordarsi il finanziamento proveniente dalle tasche dei gruppi di Camera e Senato. Soldi che, però, sono fondamentali per finanziare le iniziative politiche e la campagna di Conte.

D'altra parte c'è un manipolo di ultracontiani, oltre una cinquantina di parlamentari, che ha addirittura anticipato tutti i versamenti del 2021. Fino a dicembre tutto saldato per garantire le casse piene al leader. Crimi, per smorzare le polemiche e punzecchiare i critici, ha elogiato il loro comportamento, agitando la minaccia di “non mettersi contro Conte”. Anche in questo caso è arrivata subito la controffensiva: “Nessuno vuole sfidare Conte o indebolire il progetto. La richiesta è quella di una maggiore condivisione”, ribadisce, con IlGiornale.it, un altro partecipante all’incontro.

E non manca chi alza il tiro: “Senza soldi Conte si ferma dopo cento metri”. La fronda della restituzione, insomma, non è disposta a cedere il passo a cuor leggero. Perché significa alleggerire anche le tasche del Movimento.

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