Conte rinnega il campo largo e gela il Pd

Il leader M5s vuole mani libere ed esclude alleanze prima delle Europee: "Niente accozzaglie"

Conte rinnega il campo largo e gela il Pd
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Altro che campo largo. Giuseppe Conte vuole sfidare Elly Schlein almeno fino alle elezioni europee dell'anno prossimo. La volontà competitiva del M5s si nasconde dietro la formula del «campo giusto», rispolverata dall'avvocato durante il suo intervento in collegamento con gli Stati generali della Ripartenza in corso a Bologna, organizzati dall'Osservatorio economico e sociale Riparte l'Italia. Dice Conte: «Il campo largo non è mai esistito per il Movimento Cinque Stelle, perché il M5s ha chiesto fiducia ai cittadini e sempre lo farà solo sulla base di un programma elettorale e obiettivi ben precisi». Poi sfodera lo slogan: «Per noi è più importante quello che si va a realizzare, ecco perché noi parliamo di campo giusto». Concetti già anticipati qualche ora prima dal palco del congresso nazionale di Sinistra Italiana a Perugia. Il presidente del M5s delinea un «percorso serio e rigoroso di confronto su temi e progetti». Quindi sbarra la strada ad alleanze in formato extra-large: «Una vera alternativa al governo richiede impegno e serietà altrimenti facciamo come loro che hanno messo su un'accozzaglia e poi sono divisi su tutto mentre il paese va a rotoli». Conte si rivolge a Nicola Fratoianni, leader di Si, senza nominare mai il Pd. L'ex premier rovina la festa a Fratoianni, che contava di apparecchiare una «foto di Perugia» con Conte e Schlein. Ma i due si evitano. Schlein parla in mattinata poco dopo le undici, Conte arriva quasi con un'ora di ritardo rispetto alla scaletta, che prevedeva il suo discorso a mezzogiorno. Nel frattempo Schlein è già ripartita per Roma dove partecipa al corteo femminista di Non una di meno. Mentre il pentastellato sfila nel capoluogo umbro insieme a Fratoianni.

La strategia di Conte punta al massimo ritorno elettorale in vista delle europee del 2024, quando si correrà con il proporzionale. Quindi accordi a geometria variabile alle regionali e alle amministrative. Corsa solitaria e competitiva nel voto per il rinnovo dell'Europarlamento. Sui territori dem e Cinque Stelle hanno raggiunto l'intesa per la Sardegna, con la stellata Alessandra Todde alla guida della coalizione. Buio, ad esempio, in Basilicata e in Piemonte. In quest'ultima regione il Pd avrebbe voluto schierare la fedelissima di Schlein Chiara Gribaudo, ma Conte cincischia. L'avvocato lascia uno spiraglio per le regionali in Umbria: «Possiamo lavorare a un progetto alternativo».

Ma il vero spartiacque saranno le europee. Dal M5s sottolineano che solo dopo il test dell'anno prossimo «potremmo parlare di una leadership del campo progressista». In ogni caso, «il dialogo tra noi e il Pd deve essere paritario». Conte vuole arrivare il più vicino possibile a Schlein alle elezioni per l'Europarlamento per non essere «junior partner» dei dem.

I grillini immaginano un perimetro ristretto del campo giusto: forse con Schlein ma senza Calenda, con «cui non siamo riusciti a trovare una quadra nemmeno sugli emendamenti sulla sanità». Dalla guerra ai temi sociali, Conte farà di tutto per contendere al Pd i voti della sinistra.

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