Contrordine ambientalisti. Non è tardi per il pianeta

Contrordine ambientalisti. Non è tardi per il pianeta

A quanto pare, tale prof. Michael Grubb, che in passato aveva avanzato previsioni catastrofiste sugli aumenti futuri della temperatura del pianeta, ha pubblicato una ricerca ove ammette che le previsioni precedentemente fatte erano errate. Non è il solo a firmare lo studio, ma almeno ha ammesso di aver sbagliato; ha affermato che le preoccupazioni che hanno condotto alla carnevalata di Parigi erano eccessive; ma ha concluso tutte le misure suggerite in quella carnevalata vanno lo stesso prese. Insomma, su Parigi Trump ci ha visto giusto, ma dovrebbe far finta di non aver visto niente. Io qui mi chiedo se costoro ci sono o ci fanno. Intanto, è bene precisare che Grubb è un economista, e tutti noi sappiamo quanto gli economisti ci azzecchino con le loro previsioni in campo economico. Immaginatevi quanto nel campo della geofisica (lo studio è stato pubblicato su Nature Geoscience). Trovo straordinario che questi «studiosi» pubblichino prima una cosa e poi la smentiscano, raddoppiando così le loro pubblicazioni. Ma bisogna comprenderli: publish or perish, no? Non meno straordinario è il fatto che questa sensazionale scoperta assomigli a quella della proverbiale acqua calda. Non c'era bisogno di alcuno studio particolare, addirittura cofirmato da più autori, per concludere che le previsioni sull'evoluzione del clima (nel senso di temperatura del pianeta) fatte negli ultimi 20 anni e meticolosamente raccolte e fatte proprie dall'Ipcc (il comitato dell'Onu che, assieme ad Al Gore ricevette il Nobel per la Pace per aver quelle previsioni urbi et orbi divulgate) erano previsioni errate. Bastava confrontare le temperature previste da quei geni con quelle realmente misurate: un lavoretto da un quarto d'ora. Altra osservazione: gli Usa sono stati colpiti da 16 uragani di forza 4 durante il XXI secolo, 8 nella prima metà del secolo e 8 nella seconda metà: insomma, l'affermazione a Parigi, ripetuta fino all'ossessione, secondo cui le misure di quell'accordo vorrebbero scongiurare gli aumenti di eventi estremi, è sonoramente falsa, giacché gli eventi estremi non sono aumentati. Questa fissazione per cui «oddio signora mia non ci sono più le quattro stagioni», era popolare già ai tempi di Giacomo Leopardi, così come lo era 200 anni ancora prima, come il Poeta scrive nei suoi Pensieri. Il fatto è che il clima cambia, che oggi è più caldo di ieri, ma che per accorgersene bisogna guardare non 100, ma almeno 400 anni, cosa che il professor Grubb e i suoi sodali si guardano bene dal dire. Perché, nel momento preciso in cui si riconosce che il riscaldamento del pianeta è in atto da 400 anni, si affloscia come una maionese impazzita ogni collegamento del riscaldamento con le emissioni di CO2. E qui vengo al punto più straordinario dello studio: le conclusioni che ne traggono gli autori. Secondo costoro, tutte le misure evocate a Parigi vanno prese lo stesso. Quasi non ho parole.

Ci troviamo innanzi ad un perfetto caso di soluzione alla ricerca di un problema. La soluzione è l'insieme di tutti quei provvedimenti mostruosamente costosi che Trump vorrebbe cancellare. Il problema è ancora da trovare.

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