La conversione di Scalfari "Berlusconi meglio di Di Maio"

Il fondatore di «Repubblica» si affida al Cavaliere come argine ai grillini. Lodi anche dall'archistar Fuksas

La conversione di Scalfari "Berlusconi meglio di Di Maio"

Q uando gli endorsement arrivano dai nemici valgono il doppio. E quello a Silvio Berlusconi del guru della sinistra intellettuale Eugenio Scalfari, senza esagerazioni, può apparire la rivoluzione di un mondo antico, un po' sulla linea del famoso «turatevi il naso e votate Dc» di Indro Montanelli, quando nel 1976 temeva il sorpasso dei comunisti.

Con lo stesso tono, il padre nobile di Repubblica nel 2014 scrisse «non mi piace Renzi ma voto Pd». Ora dà per persi il partito e il suo leader dem e riconosce che se dovesse scegliere tra il candidato premier del M5s Luigi Di Maio e il leader di Forza Italia, per affidare il Paese a uno dei due, non avrebbe dubbi: «Sceglierei... Berlusconi». Parlando con Giovanni Floris, nel programma DiMartedì su La7, fornisce la prova che il terrore del grillismo al potere può far superare decenni di battaglie anti-berlusconiane, può costringere a riscoprire il nemico con la N maiuscola, l'avversario da sempre demonizzato. D'altronde, Scalfari in tarda età ama le conversioni, basta ricordare la sua scoperta del Papa dopo una vita di anticlericalismo. Qualche sorpresa, poi, l'aveva suscitata a metà novembre la prima immagine della campagna pubblicitaria per la nuova veste di Repubblica, con il volto del Cavaliere e la scritta: «Passato o futuro?».

Sembra che per Scalfari la risposta sia la seconda. Quanto a Berlusconi, questa è una vittoria che vale quella elettorale, la rivincita sul piano personale e politico che forse non si sarebbe mai aspettato. «Scalfari ha detto che tra Di Maio e Berlusconi sceglierebbe Berlusconi, perchè è una persona intelligente...», commenta a «105 Matrix» (Radio 105) e non calca la mano. Da mesi il Cavaliere va dicendo che il vero pericolo per il Paese è il M5s e solo lui può fermarlo. Se ci crede il fondatore di Repubblica vuol dire che il messaggio ha sfondato a tutti i livelli e a tutte le latitudini. «Non vedo in giro persone - spiega Berlusconi - che meglio di me possano convincere gli italiani del pericolo che corrono con i 5 Stelle. Farò capire agli italiani che è nel loro preciso interesse andare a votare, se non vogliono vedersi arrivare imposte sulla casa, e il gioco delle aliquote».

Ma Scalfari non è solo. Che dire dell'archistar di sinistra Massimiliano Fuksas che, di fronte al rischio di vedere Di Maio a Palazzo Chigi, supplica a denti stretti e in romanesco: «Aridatece Berlusconi»? L'alternativa, spiega a La Verità, è tenersi Renzi e il padre della Nuvola a questo punto rivaluta il Cav e anche Romano Prodi. «Con tutti i loro difetti, risultano più inclusivi. Le dirò di più: mentre sento sempre più gente che non sa cosa votare alle prossime elezioni, e neppure se andrà alle urne, ci sono elettori del centrosinistra così delusi che potrebbero votare, e non so quanto la loro sia una boutade, Berlusconi». Del resto, aggiunge, i grillini sono «tutti selezionati in serie da un algoritmo», se ne vede «la mancanza di studio e preparazione», non si capisce come Virginia Raggi possa ancora crescere nei sondaggi.

Scalfari, Fuksas, quanti a sinistra vedono nel leader di Fi quel che lui vuole apparire, l'unico vero argine al M5s? E poi c'è Renzi, anche lui in vena di rivalutazioni, che gli augura di vincere il ricorso a Strasburgo: «Mi piacerebbe se Berlusconi potesse candidarsi, e candidarsi contro di me, visto che parlano di accordi segreti». Il segretario del Pd a Porta a porta riconosce che come avversario con il Cav gioca ad armi pari. Gli altri sono out.

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