Cottarelli già "archiviato": in campo 2 renziani doc per la nuova spending

Il premier contro il tecnico: "Le decisioni di spesa toccano alla politica". La pratica affidata a Taddei e Gutgeld

Il commissario alla Spending Review Carlo Cottarelli
Il commissario alla Spending Review Carlo Cottarelli

Non chiamatela più spending review, per carità. Perché Matteo Renzi, del commissario Carlo Cottarelli, non vuol proprio più sentir parlare. Adesso si parli di revenue review come l'hanno ribattezzata i fedelissimi del premier, Yoram Gutgeld e Filippo Taddei. D'altra parte, dopo il braccio di ferro sulla "quota 96", Cottarelli ha le ore contate. Sebbene il Tesoro continui a smentire, fonti vicine a Palazzo Chigi fanno sapere chiaramente che la misura è colma.

"Non c'interessa quello che farà, noi la spending la faremo con lui o senza di lui". Peccato che l'idea di spending review di Renzi sia un tantino diversa da quella dell'ex Fmi. Basti vedere come è stata gestita la pratica sulla "quota 96" per capire che aria tira tra i renziani. "Si tratta di una spesa di 34 milioni di euro che saranno senza copertura ma sono un caso isolato - va dicendo Renzi ai suoi - l'irritazione di Cottarelli si capirebbe solo se venisse pepetuato decine di volte fino ad arrivare a cifre imbarazzanti". Il premier è infatti ben determinato a infischiarsene pure della Ragioneria di Stato che, dando ragione al commissario alla Spending review, ha bollato come "non coperti" gli oneri per il prepensionamento degli insegnanti. "Le decisioni di spesa - avrebbe detto ancora il presidente del Consiglio - sono sempre decisioni politiche. Ed è alla politica, impersonata dal parlamento, che spetta di prenderle".

Renzi non intende piegarsi al "tecnico di turno" che per ogni misura chiede una copertura economica certa. Così, via la spending review dentro la revenue review. Via Cottarelli, dentro Taddei e Gutgeld. Come riporta Repubblica, i due renziani doc starebbero infatti lavorando a un nuovo piano di spesa che tenga conto anche dei proventi dalla lotta all'evasione fiscale e i pacchetti per gli incentivi alle imprese e le operazioni congiunte tra Stato, privati e fondi europei.

"Sul fronte delle spese - spiega Eugenio Occorsio su Repubblica - i tecnici della presidenza del Consiglio assicurano che saranno messi in piedi 'strumenti di controllo più specifici e incisivi' per renderli rapidamente efficaci e a prova di emendanmento".

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