Report sparito, mail segrete, errori: cosa cercano i pm nelle carte dell'Oms

Il mistero del documento sull'Italia poi ritirato e il ruolo di Ranieri Guerra. In procura esposti sulle falle dell'Oms

Report sparito, mail segrete, errori: cosa cercano i pm nelle carte dell'Oms

Il rapporto sulla gestione italiana del virus che non c'è più. L'Oms che non permette ai suoi ricercatori di presentarsi di fronte ai pm di Bergamo, avanzando l'immunità diplomatica. E le ombre sull'operato dell'Organizzazione mondiale della Sanità dall'inizio di questa pandemia sino ad oggi. Nubi nere si addensano sopra i vertici di Ginevra. Nubi che minacciano tempesta: secondo quanto risulta al Giornale.it, la vicenda-Oms non è solo sul tavolo dei magistrati bergamaschi, ma anche su quello di diverse procure della Repubblica cui è stato chiesto di accertare se gli effetti drammatici della pandemia siano riconducibili o meno ad azioni od imissioni dell'Oms.

Le mail segrete di Guerra

Partiamo dal capitolo italiano. La questione che sta facendo discutere in queste ore è il rapporto intitolato "Una sfida senza precedenti: la prima risposta al Covid-19", inizialmente pubblicato sul sito dell'Oms e poi misteriosamente fatto sparire. All'interno vi è una cronistoria della fase primaverile dell'epidemia italiana, con alcuni passaggi piuttosto critici nei confronti del Belpaese e del suo governo. A titolo di esempio: si cita l'ormai famoso "piano pandemico" del 2006, mai aggiornato dall'Italia ma solo "riconfermato" nel 2017 nonostante le normative europee ed internazionali. La procura di Bergamo il 5 novembre ha convocato per un'audizione il direttore aggiunto dell'Oms, Ranieri Guerra, che tra le altre cose è stato a capo della Prevenzione sanitaria al ministero ed oggi è anche membro del Cts. È lui ad essere nel mirino di chi crede che il report sia stato eliminato dal web perché metteva in cattiva luce la gestione anti-Covid di Conte e Speranza: una mail, mostrata da Report, confermerebbe le pressioni di Guerra sui ricercatori dell'Oms per "correggere" le note critiche del documento. "Uno degli atout di Speranza - avrebbe scritto Guerra - è stato sempre il poter riferirsi a Oms come consapevole figlia (sic!) di fico per certe decisioni impopolari e criticate da vari soggetti. Questa è stata materia di discussione e di accordo con Tedros, anche attraverso chi ti scrive e la Missione a Ginevra". E ancora: "Se anche Oms si mette in veste critica non concordata con la sensibilità politica del ministro che è certo superiore alla mia non credo che facciamo un buon servizio al Paese. Ricordati che hanno appena dato 10 milioni di contributo volontario sulla fiducia e come segno di riconoscenza per quanto fatto finora, dopo sei anni di zero". Possibile che l'Oms abbia fatto da "scudo" alle decisioni del governo? Guerra, dal canto suo, ha già annunciato querele contro la trasmissione di Rai3.

laboratorio Wuhan covid

Lo scontro tra pm e Oms

La procura avrebbe voluto sentire anche i ricercatori autori del documento ritirato. La domanda di fondo è: con un piano pandemico aggiornato si sarebbe evitata l'ecatombe di marzo? Ma l'Oms ha invocato l'immunità diplomatica, impedendo loro di fatto di presentarsi di fronte ai pm. Secondo quanto ricostruito da Report, l'Organizzazione avrebbe inviato due note al ministero degli Esteri e a quello della Salute affinché adottassero "ogni misura necessaria per assicurare che l'immunità dell'Oms e dei suoi ufficiali sia pienamente rispettata". L'Ufficio regionale per l'Europa, con sede a Copenaghen, si è anche lamentano di non aver ricevuto "alcuna comunicazione attraverso canali ufficiali appropriati che coinvolgono il ministro degli Affari Esteri". Insomma: una gatta da pelare internazionale. La procura, secondo quanto riporta l'Agi, avrebbe chiesto al dicastero presieduto da Di Maio di chiarire se effettivamente i membri dell'Oms godono di questo speciale status. Possono davvero rifiutarsi di testimoniare? E l'eventuale divieto vale solo per i funzionari o anche per chi lavora a contratto? Inoltre, il silenzio vale su ogni cosa o solo su determinate attività dell'Organizzazione? Una guerra diplomatica. Con il Covid, e il governo, sullo sfondo.

Roberto Speranza

I ritardi e gli errori dell'Oms

Ma le gatte da pelare per l'Oms e il governo sono più d'una. L'avvocato Giancarlo Cipolla, infatti, ha depositato una serie di esposti a diverse procure italiane allo scopo di smuovere i magistrati a valutare se l'Oms, "nella persona del direttore generale Tedros Adhanom Ghebryesus, avrebbe dovuto fornire informazioni accurate, tempestive ed indipendenti" sulla pandemia esplosa in Cina "per consentire agli altri Stati, nel caso di specie all'Italia, di prendere le più corrette decisioni a tutela della salute pubblica". L'esposto è una cronistoria di quanto successo da dicembre del 2019 fino all'esplosione del contagio a Codogno. Si evidenzia come la Cina abbia aspettato "ben due settimane, dal 27 dicembre al 10 gennaio, per dare al mondo la sequenza del genoma" del coronavirus. Di come il direttore dell'Oms abbia ignorato "il ritardo nella comunicazione", complimentandosi addirittura "per la rapidità con cui la Cina ha scoperto il focolaio, ha isolato il virus, ha sequenziato il genoma, e condiviso con l'Oms e con il mondo". Si parla dei medici cinesi che lanciano l'allarme e poi scompaiono o muoiono. E di altre decine di errori dell'Organizzazione. Il più eclatante, molto probabilmente, è un tweet del 14 gennaio. Recita così: "Le prime indagini condotte dalle autorità cinesi non hanno trovato prove certe della trasmissione da persona a persona del coronavirus". Una vera e propria assurdità visto che, già da alcuni giorni, si trattava il nuovo virus come un'infezione respiratoria e, quindi, trasmissibile da uomo a uomo. Dietro quel post, secondo una ricostruzione del Guardian, ci sono ragioni prettamente politiche: si sarebbe voluto controbilanciare la conferenza tenuta due giorni prima da un'immunologa statunitense, Maria Van Kerkhove. In quell'occasione la responsabile per l'Oms alla risposta al coronavirus aveva messo in guardia il mondo intero dalla rapidità di diffusione del morbo.

Tutti i nodi da sciogliere

Nel Libro nero del coronavirus, edito da Giubilei Regnani ed arrivato già alla prima ristampa, è riportato per intero l'incredibile rapporto scritto dai delegati dell'Oms dopo essere stati in Cina a metà febbraio 2020. Per nove giorni l'Organizzazione raccoglie un’infinità di dati sguinzagliando due team nel Guangdong e nel Sichuan per vederci chiaro su quanto sta realmente accadendo. Purtroppo, quando il 24 febbraio la squadra capitanata da Bruce Aylward e Waniang Liang pubblica il Report of the Who–China joint mission on coronavirus disease 2019 (Covid-19), il risultato è di un'opacità tale da lasciare senza parole e da destare più di un sospetto. Sospetti che Cipolla richiama nei suoi esposti: come la rapidità con cui Tedros a gennaio rassicura sulla inesistente "trasmissione tra gli umani", i suoi incontri con Xi Jinping, gli elogi a Pechino, il ritardo nel dichiarare la pandemia globale, le linee guida sui casi sospetti da tamponare, la posizione sugli asintomatici che non infettano (poi smentita dall'evidenza), le giravolte sui test di massa, il consiglio a non indossare mascherine se non si hanno sintomi e via dicendo. "L'iniziativa volta all’accertamento di eventuali responsabilità penali da parte dei vertici dell’Oms - dice l'avvocato - va nella direzione della salvaguardia degli interessi generali dell’Italia e, indirettamente, di tutti i Paesi del Mondo che hanno sofferto la pandemia".

Nel chiedere di cercare la verità su quanto successo, Cipolla è convinto che presto contro l'Oms fioccheranno azioni di risarcimento. "Da cittadino, prima ancora che da avvocato, devo aspettarmi analoghe iniziative da parte del Presidente del Consiglio dei Ministri, sin dall’insediamento autoproclamatosi 'l'Avvocato del Popolo'".

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