Crimi apre, il blog smentisce Grillini già spaccati sul Mes

Grillo esalta l'azione di Giuseppi, ma la resa dei conti è solo all'inizio. Il ruolo di Dibba

Crimi apre, il blog  smentisce Grillini già  spaccati sul Mes

La giornata del M5s inizia con un insolito silenzio nelle chat dei parlamentari, di solito vivaci, soprattutto negli ultimi giorni. Nessuno commenta le dichiarazioni del premier di giovedì sera, che appena terminato il Consiglio Europeo ha rivendicato l'accordo di massima raggiunto sul Recovery Fund. In compenso i pentastellati innescano un balletto di frasi quasi in contraddizione l'una con l'altra. A dimostrazione di un Movimento senza guida, percorso da umori opposti che sarà difficile ricondurre all'unità. Incomincia il capo politico reggente Vito Crimi, a Radio Anch'io su Rai Radio 1: «Se il Mes non dovesse prevedere delle condizionalità lo valuteremo». Risponde il Blog delle Stelle, con toni diversi: «Il M5s si opporrà in tutte le sedi all'attivazione del Mes che, lo ricordiamo, allo stato attuale prevede condizionalità che non accettiamo. L'Italia non intende ricorrere a uno strumento non adatto ad affrontare questa crisi». Il tutto dopo una nottata di fibrillazioni sull'ordine del giorno contro il Mes presentato da Fratelli d'Italia. C'è voluto l'intervento diretto del Garante Beppe Grillo per spegnere l'incendio che stava divampando: «Giuseppi sta aprendo la strada a qualcosa di nuovo, continuiamo così». Alla fine le defezioni alla Camera sono sette. Ma potrebbero essere solo la punta dell'iceberg. Se Conte fosse costretto a chiedere l'attivazione della linea di credito del Mes, allora diventerebbe concreto il rischio di una spaccatura più profonda. Sul punto, un grillino conferma: «Purtroppo è molto probabile una sorpresa in un voto parlamentare». E al Senato basterebbero dieci dissidenti per mettere in crisi il governo.

Anche se l'attivismo di Alessandro Di Battista ha avuto l'effetto di ricompattare tutte le altre correnti, seppure con sfumature diverse. Sia Grillo sia Luigi Di Maio in questo momento tifano per la stabilità e sperano in un compromesso interno sul Mes per scongiurare il rischio di una frantumazione drammatica del M5s. Perciò un po' tutti i big pentastellati si affrettano a ridisegnare la narrazione sulla trattativa europea, parlando di «risultato storico» per l'Italia. Tra loro la senatrice Paola Taverna, in lizza per la leadership, e di fatto al fianco di Crimi in questi mesi alla guida dei Cinque Stelle. Una diarchia più che una reggenza solitaria. E perfino l'europarlamentare ribelle Ignazio Corrao, ancora a rischio espulsione, sospende le ostilità: «le diplomazie hanno fatto passi avanti», l'ammissione. I vertici smentiscono una consultazione nelle prossime settimane, ma come extrema ratio alcuni parlamentari non escludono la possibilità di una votazione su Rousseau sull'ex Salva-Stati. Superato lo scoglio del Mes, la resa dei conti ci sarà in autunno. Infatti Grillo ha deciso di rinviare l'elezione del capo politico, da tenersi però «necessariamente entro la fine dell'anno».

Rimane caldo il capitolo degli abbandoni.

Lasciano il gruppo alla Camera i deputati Antonio Zennaro e Fabiola Bologna, diretti verso il Misto. «Appoggeranno comunque Conte», dicono dal M5s. E cresce la paura di un esodo biblico. Così commentato: «Se non applichiamo la penale che abbiamo previsto, molti non avranno più motivi per restare».

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