Crosetto: "Armi, ora pensiamo alle scorte per l'Italia"

Guido Crosetto, durante il question time di ieri alla Camera, ha ribadito che l'Italia non invierà truppe militari in Ucraina

Crosetto: "Armi, ora pensiamo alle scorte per l'Italia"

Guido Crosetto (nella foto), durante il question time di ieri alla Camera, ha ribadito che l'Italia non invierà truppe militari in Ucraina. In relazione a questo punto, il ministro della Difesa ha detto chiaro e tondo che non esiste proprio l'«intenzione». Chiarezza pure sul sistema d'arma SAMP/T, ossia i missili terra-aria su cui sta lavorando pure la Francia: «Non è un materiale che serve ad attaccare ma soltanto a difendere la popolazione ucraina dagli attacchi missilistici russi e sono contento di poter addestrare persone che potranno difendere le città, gli ospedali, le infrastrutture ucraine», ha detto il titolare del Dicastero di via Venti settembre.

Un altro tema focale, tra quelli affrontati, è stato quello delle scorte. «Esigenze di difesa nazionale - ha spiegato il meloniano - impongono dunque la necessità di scorte adeguate e, a tale scopo, l'Ue ha autorizzato l'accesso all'European peace facility (Epf), istituito nel 2021, al fine di reintegrare economicamente lo sforzo profuso per l'Ucraina a seguito dell'aggressione da parte della Russia». Crosetto ha anche specificato come, in merito alle scorte, non ci siano contraddizioni tra le sue dichiarazioni e quelle del premier, come ha provato a ventilare l'opposizione, specie attraverso le dichiarazioni del capogruppo grillino alla Camera Francescco Silvestri. Il quadro di fondo è sempre lo stesso: il Belpaese non cambierà linea sul conflitto scatenato da Vladimir Putin nel cuore d'Europa. Le strumentalizzazioni del centrosinistra non sono mancate. Il leader grillino Giuseppe Conte ha accusato Crosetto di avere una «passione per le armi» che non sarebbe condivisa dai cittadini italiani.

L'ex presidente del Consiglio giallorosso e gialloverde ha criticato anche la linea filo-atlantica dell'esecutivo: «Questo governo, al pari del precedente, più che schierato è schienato rispetto alle direttive Nato». Posizioni cristallizzate tra gli scranni. L'Italia sarà ancora al fianco di Kiev

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