Via libera del Cts alle discoteche in zona bianca e solamente all'aperto, nonostante il diffondersi delle varianti imponga precauzioni maggiori e regole ben precise, anche perché le fasce più giovani sono quelle con le coperture vaccinali più basse e allo stesso tempo le più suscettibili a diffondere la variante Delta. La data più probabile per tornare a ballare è quella del 10 luglio, anche se i gestori dei locali e la Lega spingono per anticipare all'inizio del mese, ma sarà il governo a deciderla.
Il Comitato tecnico scientifico si è riunito ieri per valutare le linee guida predisposte dalle associazioni di categoria per far ripartire i locali in sicurezza, con il green pass e rigidi protocolli. Toccherà adesso al ministro della Salute, Roberto Speranza, pronunciarsi sulle conclusioni degli esperti e stabilire il giorno e le misure che dovranno essere rispettate per dare il via libera al popolo della notte. La relativa ordinanza dovrebbe arrivare a stretto giro e le date su cui si ragiona sono, come dicevamo, il 3 o il 10 luglio. «La decisione è stata improntata sia al contesto epidemiologico sia a quella che è l'attenzione e la gradualità di cui si è parlato. E quindi sono state identificate alcune raccomandazioni che un organo tecnico come il Cts fornisce al decisore politico. La data sarà qualcosa che spetta alla politica, ma il parere del Cts è positivo, con alcuni distinguo molto ben sottolineati», spiega il presidente del Consiglio Superiore di Sanità, Franco Locatelli, nonché coordinatore del Comitato.
Uno dei criteri suggeriti è quello del green certificate. Quindi per entrare bisognerà dimostrare di aver ricevuto almeno la prima dose di vaccino da almeno 15 giorni, di essere guariti dal Covid o di essere negativi ad un tampone effettuato nelle 48 ore precedenti. E poiché gli amanti delle piste da ballo sono per lo più giovani che potrebbero non essere ancora vaccinati, si pensa di allestire - come proposto dal Silb, il sindacato italiano locali da ballo - postazioni per eseguire tamponi rapidi all'ingresso delle discoteche, alle quali si potrà accedere dopo aver acquistato preferibilmente i biglietti on-line per evitare assembramenti. Gli ingressi saranno contingentati, con la capienza al 50%. I locali devono mantenere i dati dei clienti per 14 giorni per garantire il tracciamento nel caso si verifichi qualche contagio. Le mascherine saranno necessarie per muoversi e nelle situazioni di assembramento, come per esempio al bancone del bar, ma si potranno togliere in pista per scatenarsi nelle danze. Di questo e altro hanno parlato ieri gli scienziati del comitato tecnico scientifico prima di pronunciarsi. Una decisione molto attesa. Già giovedì c'era stato un primo incontro con i sottosegretari alla Salute, Andrea Costa e Paolo Sileri, per fare altre valutazioni, anche in relazione alla diffusione delle varianti. Sileri non ha posto ostacoli alla riapertura delle discoteche, a patto che si proceda con la ricerca delle mutazioni del virus e con le vaccinazioni. «È probabile che il 10 luglio avremo un terzo degli italiani con doppia dose, due terzi coperti da una dose», dice. Anche Costa ritiene che sia giunto il momento di ridare un po' di ossigeno al settore in assoluto più penalizzato dalla pandemia: «Sono convinto che il criterio del green pass, nel momento in cui lo abbiamo accettato come quello che garantisce spostamenti e ci permette di assistere a eventi in sicurezza, possa essere declinato anche alle discoteche, con una riapertura graduale e in sicurezza». Per il sottosegretario non bisogna pensare alle discoteche solo come luoghi divertimento.
«Sono oltre tremila attività del nostro Paese, con oltre 100mila addetti, un fatturato di 2 miliardi. È un comparto economico che merita come gli altri un'indicazione per pianificare una ripartenza e una riapertura», aggiunge Costa. Rimangono al palo, per il momento, le discoteche al chiuso.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.