Aveva espresso, in televisione e nelle piazze, le sue posizioni no vax e a favore delle terapie domiciliari contro il Covid. Sosteneva di aver studiato degli integratori per una farmacia perugina facendo intendere una presunta «capacità contro il virus». Ma ieri il biologo Franco Trinca, 70 anni, è morto proprio al causa di quel Coronavirus che credeva di poter combattere facendo a meno del vaccino. A quanto riporta «Perugia Today», «il biologo e nutrizionista perugino era stato ricoverato per Covid, con una polmonite bilaterale, a Città di Castello in condizioni non preoccupanti, poi la situazione si era aggravata, fino la decesso avvenuto ieri. Trinca avrebbe rifiutato l'intubazione».
Dando notizia della morte dell'amico biologo, l'avvocato Alessandro Fusillo, animatore del gruppo telegram e del sito «Difendersi Ora» e in prima linea nella lotta a green pass e vaccini anti-covid, ha parlato di «perdita incalcolabile»: «Non conoscevo Franco Trinca da molto, da poco più di un anno, ma abbiamo trovato subito un'assonanza istintiva: con Franco bastava uno sguardo per capirsi. La triste stagione che stiamo vivendo ha avuto anche questo effetto. Abbiamo perso tanti amici con i quali non vi è più terreno comune ma ne abbiamo guadagnati moltissimi cui ci siamo legati in pochissimo tempo in modo molto più profondo e duraturo».
«Franco aveva una sensibilità istintiva, naturale direi, per le questioni giuridiche che riusciva a dominare con la sicurezza che spesso manca anche a giuristi esperti. Ed era naturalmente un maestro, un insegnante; porto nel cuore come un ricordo prezioso le moltissime conversazioni che abbiamo avuto. Sono moltissime le cose che ho imparato da Franco e gliene sarò grato per sempre». E poi: «Per lui la scienza era, come dovrebbe essere, una ricerca continua, la necessità di leggere, di studiare, di approfondire, di non dare niente per scontato. Tutti conoscono le battaglie che abbiamo combattuto insieme e che sento il dovere morale di condurre a termine, anche per raccogliere il testimone che idealmente mi ha passato».
E sempre in tema di «negazionisti», è notizia di ieri che il maxi raduno dei No Vax previsto ai pratoni del Vivaro, alle porte di Roma, dal 10 al 13 febbraio, non si terrà. Il prefetto Matteo Piantedosi, nell'ultima riunione del comitato per l'ordine e la sicurezza, ha infatti deciso la linea del massimo rigore.
Il «campo Hobbit» che il Fronte di Liberazione Nazionale avrebbe voluto allestire a Rocca di Papa, nonostante il divieto del sindaco Veronica Cimino, è formalmente vietato. In sostanza, l'area dei pratoni del Vivaro non potrà essere in alcun modo occupata, anche temporaneamente.
Nell'ultimo incontro del comitato per l'ordine e la sicurezza tenuto a palazzo Valentini, oltre ai vertici della prefettura e della questura, c'era anche il sindaco di Rocca di Papa, i carabinieri e l'ente parco che ha anche sottolineato la serie di rischia ambientali possibili.
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