Le opposizioni attaccano già sulla nuova «crepa» nella maggioranza. Questa volta sul decreto Ong. Perché gli emendamenti con cui Lega puntava a ripristinare le norme dei decreti sicurezza voluti da Salvini quando era ministro dell'Interno, e a introdurre una stretta sulle associazioni e le cooperative che si occupano di immigrazione, sono stati respinti come inammissibili alla Camera nelle commissioni Affari costituzionali e Trasporti presiedute dagli alleati Forza Italia e Fdi. «Siamo assolutamente stupiti, non ha nessuna giustificazione tecnica di merito, non vorrei che ci fossero dietro questioni politiche», attacca il deputato della Lega, Igor Iezzi. «Nel merito - spiega - non c'è alcuna motivazione per l'inammissibilità. Dove presentare delle proposte di modifica sulla gestione dei flussi migratori se non a un decreto che ha nel titolo la gestione dei flussi migratori, gli emendamenti insistono sullo stesso testo». Risponde il presidente della commissione Affari Costituzionali, l'azzurro Nazzaro Pagano: «Le motivazioni politiche non ci sono. Non ho deciso da solo. L'inammissibilità deriva da una valutazione esclusivamente tecnico giuridica fatta con il supporto degli uffici legislativi e il servizio studi della Camera». Getta acqua sul fuoco Fabio Raimondo, Fdi, relatore del decreto: «Non ci sono scossoni. Tutto si è ricomposto e abbiamo stilato il nuovo calendario per essere in Aula giovedì 2 febbraio». Ma lo scossone si è sentito in casa Carroccio, che ha fatto ricorso contro l'inammissibilità. Oggi l'esame delle eccezioni.
Sul fronte Trasporti il ministro Salvini annuncia la richiesta di una procedura di infrazione contro l'Austria per le limitazioni imposte alla circolazione dei mezzi pesanti sul Brennero: «Ho scritto al commissario dei trasporti Ue perché non può danneggiare imprese autotrasportatori italiani, questa è concorrenza sleale», dice a margine un convegno di Conftrasporto-Confcommercio.
L'Austria «impedisce la libera circolazione di uomini e mezzi», ma i trattati «non possono valere per alcuni sì e per altri no». Fonti della Commissione europea fanno sapere che la lettera di Salvini con la richiesta dell'apertura di una procedura di infrazione è arrivata, ma che una risposta è considerata ancora prematura.
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