Delitto Cella, nuova pista: trovate tracce di sangue sul motorino di Annalucia

Rinvenute sotto la sella del mezzo della donna indagata: esami per capire a chi appartengono

Delitto Cella, nuova pista: trovate tracce di sangue sul motorino di Annalucia

Possibile svolta nell'omicidio di Nada Cella (nella foto), la giovane segretaria massacrata nel 1996 nello studio del commercialista dove lavorava a Chiavari.

Gli investigatori hanno trovato tracce di sangue sul motorino usato 25 anni fa da Annalucia Cecere, l'ex insegnante di 53 anni, indagata per il delitto. Le tracce dovranno però ora essere sottoposte a nuovi accertamenti per capire a chi appartengano. Per questo nei prossimi giorni gli investigatori della scientifica dovranno eseguire alcune analisi irripetibili per estrarre il Dna. Lo scooter è stato sequestrato nelle scorse settimane alla Cecere che lo teneva in un box a Boves, dove vive.

Alcuni testimoni avrebbero visto Cecere la mattina del delitto, il sei maggio 1996, mentre sporca di sangue saliva sul suo motorino nei pressi dello studio del commercialista Marco Soracco, dove la vittima lavorava e dove fu trovata agonizzante. Soracco e sua madre sono indagati per false dichiarazioni al pm sui rapporti tra la vittima e il professionista.

La Procura di Genova nei giorni scorsi aveva autorizzato la diffusione di una conversazione telefonica anonima del 9 agosto del 1996, al fine di concorrere alla identificazione dell'ignota interlocutrice. Nell'audio si parla di una donna «sporca che ha infilato tutto nel motorino. L'ho salutata e non mi ha nemmeno guardato». Un'ipotesi ora avvalorata dalle tracce trovate sullo scooter dell'indagata.

Si aggrava quindi la posizione della Cecere, oggi 53enne, già indagata dalla Procura sulla base di nuovi elementi d'indagine che avevano portato proprio al sequestrato anche un motorino custodito in un garage a Boves, in Piemonte, lo stesso che Cecere utilizzava quando viveva nel Tigullio, negli anni '90. Il garage è nella villetta dove oggi la 53enne vive col marito.

Il 6 maggio 1996 Nadia Cella venne trovata senza vita nello studio di via Marsala 14, a Chiavari, presso lo studio del commercialista per il quale lavorava. La giovane all'epoca aveva 25 anni. L'aggressione avvenne tra le 8:50 e le 9:10 di mattina. Sulla scena del crimine non furono trovati segni di effrazione o tracce di colluttazione.

L'aggressione apparve da subito fulminea, ma efferata: un colpo dopo l'altro, senza tregua. Nada, agonizzante, ma ancora viva, venne trovata dal suo datore di lavoro, Marco Soracco, che quel giorno arrivò in ufficio con una decina di minuti di ritardo, intorno alle 09:12.

Quando si accorse della giovane, riversa a terra in una pozza di sangue, si avvicinò per capire cosa fosse successo, le toccò il viso sporcandosi del suo sangue, e poi chiamò i soccorsi alle 09:15. Subito dopo telefonò alla madre, che abitava con lui al piano superiore allo studio.

I soccorsi arrivarono alle 09:20 e trovarono Nada distesa a terra, scossa da brividi in tutto il corpo, con gli occhi spalancati e sangue copioso che fuoriusciva dalla bocca, dalle orecchie e dalle varie

ferite presenti su volto e corpo. Alle 09:30 l'ambulanza arrivò al pronto soccorso di Lavagna. Dopo alcuni disperati tentativi di salvarle la vita, Nada venne trasferita all'ospedale San Martino a Genova, dove morì alle 14:10.

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