La delusione del vescovo amico di Renzi "I politici devono avere a cuore il bene"

Il titolare della diocesi di Spoleto: "Lo stimo, avrà avuto le sue buone ragioni. Ma i giochi di potere sono fuori posto in questo momento"

La delusione del vescovo amico di Renzi "I politici devono avere a cuore il bene"

Non manca un pizzico di delusione da parte del vescovo amico per la decisione di Matteo Renzi di rompere con il governo e aprire una crisi. Soprattutto «in un momento così delicato» in piena emergenza sanitaria ed economica dovuta alla pandemia. Monsignor Renato Boccardo, arcivescovo di Spoleto-Norcia, amico di vecchia data dell'ex premier, ha bacchettato quei politici che guardano ai propri interessi. «A livello nazionale e locale c'è una politica dal corto respiro e incapace di visione e di coraggio», ha detto. «Purtroppo dobbiamo spesso assistere a un triste spettacolo, simile a una guerra senza esclusione di colpi, che produce inevitabilmente lacerazioni profonde».

Eccellenza, come commenta la decisione di Renzi?

«Premetto che dall'esterno non si comprende tutto; è difficile dire come stanno esattamente le cose. Se ha fatto quella scelta avrà sicuramente le sue buone ragioni. Voglio sperarlo. Dico solo che i politici, di qualsiasi colore, devono avere a cuore il bene del paese. Sempre».

E Renzi non ha guardato al bene del Paese?

«Ripeto, avrà avuto le sue buone ragioni. I giochi politici, i giochi di potere sono sempre fuori posto, specialmente in un momento così difficile quale questo che stiamo vivendo».

Che rapporto c'è con il senatore?

«Lo conosco da moltissimi anni. Ho grande stima di lui personalmente, e anche come politico si notano la passione e la dedizione con cui si presta al suo lavoro. Veniamo entrambi dal mondo dello scoutismo, poi l'amicizia è cresciuta negli anni e si è rafforzata».

Vi siete sentiti dopo la rottura con Conte?

«No, non l'ho sentito. Sicuramente ha cose più importanti a cui pensare».

Ora quale è il suo auspicio per il Paese?

«Mi auguro davvero che i politici, di tutte le parti, abbiano come bussola il bene della nazione. Questo bene è certamente quello che si riferisce alla difesa dal virus, con tutte le conseguenze che sta portando: economiche, sociali, per le famiglie in difficoltà. Ci sono tanti lavoratori in cassa integrazione, i ristoratori e gli albergatori sono in affanno. Ci sono tante urgenze che si intrecciano. E ritengo che i politici debbano mettere da parte gli interessi di partito e fare una vera e grande alleanza per il bene del popolo italiano con particolare attenzione a coloro che portano il peso di questa situazione».

E se andassimo al voto?

«Non ho la sfera di cristallo. E non voglio dire che sia giusto o no prolungare questo governo. Dico solo: guardate tutti al bene del Paese».

Lei ha contratto il Covid. Che messaggio vuole dare?

«Esprimo vicinanza a tutti coloro che soffrono per il virus, ma soprattutto voglio lanciare un messaggio di speranza, che ci fa pensare - per noi credenti - che siamo in buone mani. Dio non ci dimentica».

Lei farà il vaccino?

«Certamente. Dovrò aspettare un po' di tempo perché, mi hanno detto i medici, ho ancora gli anticorpi.

Ricordiamo il quinto comandamento, non ammazzare. Questo non significa solamente non fare del male al prossimo, ma nemmeno a noi stessi. Il vaccino aiuta a proteggerci dal virus, a non farci del male. Fidiamoci degli specialisti e della scienza».

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