Via D'Incà e Crippa. Duello Conte-Grillo sul voto online. Di Maio e Tabacci si fanno la lista

I 5S restano senza alleati e adesso sperano in Santoro e de Magistris. Grillo sprezzante sui fuoriusciti: "contagiati dagli zombie"

Via D'Incà e Crippa. Duello Conte-Grillo sul voto online. Di Maio e Tabacci si fanno la lista

La campagna elettorale sta cambiando i connotati del M5s. Giuseppe Conte tira dritto sulla corsa solitaria per mancanza di alternative, Davide Crippa e Federico D'Incà vanno verso il Pd, Luigi Di Maio stringe un patto con Bruno Tabacci. E poi c'è Beppe Grillo che dal suo Blog rivendica la conferma del tetto ai due mandati. Mentre Alessandro Di Battista e Virginia Raggi con tutta probabilità rischiano di rimanere fuori dalle prossime liste elettorali. Poco male per Conte, che non sarà oscurato dai due barricaderos. Anche se Raggi e Dibba potrebbero approfittare di un risultato negativo a settembre per insidiare la leadership dell'avvocato dopo il voto.

La giornata si apre con l'addio dell'ex capogruppo alla Camera Crippa e del ministro per i Rapporti con il Parlamento D'Incà. «Non comprendo più il progetto politico del M5s», spiega l'ex presidente dei deputati stellati. Il ministro parla di «divergenze insanabili» con il Movimento. Nei giorni della crisi di governo, D'Incà e Crippa sono stati i due capofila della fronda governista all'interno del M5s. L'ex capogruppo è in fase avanzata di trattativa per strappare una candidatura con il Pd, come anticipato giovedì dal Giornale. E anche il ministro D'Incà potrebbe essere candidato con i dem. Ma la trattativa per piazzare gli ex grillini nelle liste del Pd non è facile. Seguendo il principio della candidatura nei territori di appartenenza, Crippa e D'Incà sarebbero spacciati. Sia a Novara, terra dell'ex capogruppo, sia a Belluno, città del ministro, vincere il collegio è un'impresa ardua per il centrosinistra. Per loro c'è l'ipotesi di una candidatura in un collegio blindato o di una corsa nel listino proporzionale.

Non ha di questi problemi Conte, che procede a passo spedito verso la personalizzazione del M5s. «Sono convinto che ancora una volta saremo noi la sorpresa», dice in collegamento con l'assemblea dei grillini lombardi. Poi chiude al centrosinistra, al «campo largo che è diventato un campo affollato da personalità litigiose». Ma contestualmente, in un'intervista al Fatto quotidiano, lancia il «polo giusto» e dice: «Non voglio fare il Mélenchon italiano». Falliti gli abboccamenti con i Verdi e Sinistra italiana, a Conte restano Luigi De Magistris e Michele Santoro, con quest'ultimo che potrebbe correre nelle liste del M5s. La mina vagante è sempre Grillo, che sul Blog rivendica la conferma dei due mandati e arringa: «Alcuni di noi sono caduti, altri sono stati contagiati dagli zombie, ma vinceremo». Nel frattempo scorre sottotraccia il conflitto tra il Garante e l'ex premier sulle parlamentarie. Grillo vorrebbe un voto degli attivisti per scegliere tutti i candidati, Conte preferirebbe riservarsi la possibilità di blindare almeno i capilista.

A completare il puzzle della dissoluzione del M5s c'è Di Maio. I dimaiani si sono risparmiati la raccolta firme grazie al simbolo del Centro democratico di Bruno Tabacci. Lunedì il ministro degli Esteri e il sottosegretario a Palazzo Chigi presenteranno il loro progetto di una lista collegata alla coalizione di centrosinistra. «Sarà la continuazione di Insieme per il Futuro, ma con un nome diverso, senza richiami alle due sigle Ipf e Cd», spiegano da Ipf. Tabacci e Di Maio sono fiduciosi, con gli ultimi sondaggi commissionati che li danno al 3%. «Potenzialmente possiamo arrivare al 7%», spara un parlamentare dimaiano. E tiene banco la polemica sulla possibile candidatura dell'ex capo politico del M5s in un collegio blindato tra Toscana ed Emilia Romagna. Il Corriere della Sera ha avanzato l'ipotesi-Modena. Scenario che ha scatenato le polemiche per la vicinanza della città emiliana al Comune di Bibbiano, che dista 46 km.

Tutti ricordano quando Di Maio parlava del Pd come del «partito di Bibbiano», in riferimento allo scandalo sugli affidamenti illeciti dei bambini. Ma la candidatura a Modena sembra sfumata, stando ai rumors delle ultime ore, mentre rimane in piedi la possibilità di una corsa in altri collegi «rossi» sulla dorsale tosco-emiliana.

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