Il direttore artistico e le violenze su 10 allievi a teatro

Tra le vittime anche quattro minorenni, molti costretti a pratiche estreme. Denunce decisive

Inizialmente lo ammiravano, lo vedevano come una guida. Poi hanno iniziato a temerlo, a evitarlo, ma senza riuscirci.

Daniele Franci, 45 anni, coordinatore del centro teatrale europeo Etoile con sede in via Fratelli Cervi a Pieve Modolena, in provincia di Reggio Emilia, è stato arrestato ieri mattina dai carabinieri della compagnia di Reggio Emilia, coordinati dal pm Valentina Salvi e diretti dal procuratore capo Calogero Paci, con l'accusa di violenza sessuale.

Le vittime sono una decina di allievi tra i 17 e i 22 anni, che hanno avuto a che fare con lui e tra di loro ci sarebbero anche quattro minorenni. Gli episodi, invece, si sarebbero verificati a partire dal 2016 e sarebbero andati avanti fino all'estate scorsa. A sollevare il velo sul quadro di abusi sono state le indagini dell'Arma, avviate nel mese di aprile, quando una delle vittime ha trovato finalmente il coraggio di sporgere denuncia, superando la vergogna e il terrore di essere tagliato fuori dal mondo del teatro.

Il ragazzo ha raccontato ai militari di aver subito violenza ed essere stato costretto a rapporti e approcci non voluti. Agli investigatori ha detto di essersi confidato anche con altri allievi, alcuni dei quali hanno confessato di aver avuto lo stesso tipo di attenzioni da parte di Franci.

I carabinieri hanno così passato al setaccio le chat sui cellulari delle persone coinvolte. Alcune vittime a quel punto hanno messo gli abusi nero su bianco, altre invece sono state rintracciate e ascoltate dai militari.

Quell'uomo che li lusingava per farli sentire i migliori, finiva per convocarli nella stanza della struttura della sede l'associazione artistica dove alloggiava. Gli abusi sarebbero stati commessi anche in altri locali dello stabile e nella sala costumi. Ci sarebbero stati approcci pure nel corso di trasferte, quando il gruppo ha fatto spettacoli in altre città. Uno dei giovani, tra le lacrime, ha raccontato di essere stato costretto a giochi sessuali estremi, fino a svenire quasi per strangolamento.

Il quarantacinquenne ha provato a difendersi, dicendo che si era

trattato di rapporti sessuali consenzienti. Ma non è stato creduto e la Procura ha chiesto e ottenuto un provvedimento restrittivo, firmato dal gip. L'indagato è stato portato in carcere a disposizione della magistratura.

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