Diventa reato bollire viva l'aragosta

Legge in vigore in Svizzera. Prima dovrà essere stordita o fulminata

Diventa reato bollire viva l'aragosta

Ora qualche chef decreterà che, così facendo, le aragoste saranno meno buone. Dicono che se non le getti vive nell'acqua bollente ti perdi il meglio. A quel punto meglio ripiegare sulla mazzancolla. Ce ne faremo una ragione, poiché (almeno in Svizzera) dal primo marzo sarà reato gettarle vive nel pentolone. Aragoste e astici dovranno essere prima adeguatamente stordite. Poi vedremo come, e non pare di certo una morte molto migliore.

Dunque, la Svizzera fa da apripista all'abolizione di una pratica consolidata che animalisti e vegetariani ritenevano inutilmente crudele. D'altronde chi è uso cucinarle in maniera tradizionale (e cioè vive nel pentolone) racconta di agghiaccianti suoni emessi ad altissima frequenza. Per molti, ma non per tutti, sarebbero lamenti. Almeno le aragoste del Mediterraneo (quelle che mangiamo nei nostri ristoranti), non sono provviste di un sistema nervoso centralizzato e non possiedono corde vocali, così non potrebbero urlare quando sono immerse in acqua bollente. Il suono sarebbe il fischio del vapore che fuoriesce dalla corazza. Il partito degli scettici cita anche un recente studio apparso sulle pagine scientifiche del New York Time che sostiene la teoria che i crostacei non hanno avuto la possibilità di sviluppare i recettori del dolore, abituati come sono a essere ingoiati interi dai grandi predatori del mare. Consola?

Nel testo del decreto legge svizzero si sancisce che «la pratica di calare vive le aragoste nell'acqua in ebollizione, comune nella ristorazione, non sarà più consentita». Tutto bene finchè parliamo di isole felici come la Svizzera, gente abituata a seguire le regole. Il problema è capire quanto un provvedimento simile possa essere operativo in Paesi come il nostro dove ci vorrebbe un controllore (e un suo vice) per ogni passaggio, a cominciare dall'acquario.

Ma veniamo al dunque. Due le alternative per una morte «meno dolorosa» secondo le autorità federali elvetiche: l'elettroshock o la distruzione meccanica delle cellule cerebrali; in pratica l'aragosta non bollirà più, ma sarà presa a martellate o fulminata tramite «CrustaStun», un congegno che, usando la corrente elettrica, porta alla morte certa l'aragosta in meno di dieci secondi. La misura si baserebbe sull'assunto scientifico per cui certe aragoste (ma soprattutto gli astici) hanno un sistema nervoso ben sviluppato, quindi sentono parecchio il dolore quando finiscono nell'acqua a cento gradi.

Non si tratta comunque dell'unica misura in difesa del crostaceo vittima

della sua stessa delicatezza: nella Confederazione ne verrà vietato tassativamente il trasporto e il mantenimento su ghiaccio o in acqua ghiacciata. Il trasporto dovrà effettuarsi esclusivamente «nel loro ambiente naturale».

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